La crescita di Dzemaili, Fernandez e Réveillère, da seconde linee a titolarissimi

Hanno creduto alle parole di Benitez, si sono impegnati allo stremo, e hanno conquistato il loro meritato spazio. Si tratta di Antony Reveillere, Federico Fernandez, Blerim Dzemaili. Sempre in campo dai minuti iniziali nelle ultime tre uscite del Napoli del 2013: con l’Arsenal per la Champions e poi con l’Inter e a Cagliari in campionato. Tre professionisti esemplari, tre modelli di calciatori che con impegno ed abnegazione sono riusciti a scavalcare dei loro compagni nella scala di preferenze dell’allenatore: Reveillere ha soffiato il posto ad Armero; Fernandez ha bloccato il rientro di Britos; e Dzemaili ha fatto scivolare in panchina Inler. Benitez, durante il ritiro estivo, ebbe a dichiarare che lui non avrebbe avuto alcuna preclusione di sorta nell’impiegare tizio piuttosto che caio; che non esisteva titolari e titolarissimi; che tutti sarebbero partiti alla pari e che tutti potevano ambire ad entrare nella formazione-base. E così è stato. Hanno avuto spazio persino dei giovanissimi quali Radosevic, Uvini, Rafael e Zapata. Ma il vero sorpasso è stato compiuto da Reveillere, Fernandez e Dzemaili pronti a ripetere prestazioni degne di nota e ad offrire il loro contributo in campionato così come in Europa League.

IL FRANCESE. Dal Lione si era congedato con l’ultima di campionato e con una vittoria, in casa con il Rennes, il 26 maggio dello scorso anno: due a zero. Anthony Reveillere, giunto in scadenza di contratto ed in mancanza di rinnovo, si stava allenando da solo in attesa di una chiamata che lo intrigasse in qualche misura. Ma, pur lavorando con scrupolo e professionalità, un conto è prepararsi in un gruppo con la prospettiva di dover giocare ed un altro farlo da solo.  A Reveillere mancava il clima agonistico ed anche una certa esplosività per cui quando è arrivato a Napoli ha dovuto svolgere un determinato programma di allenamenti prima di essere rilanciato nella mischia. A questo va aggiunto l’ambientamento nel nuovo spogliatoio d anche in un campionato a lui del tutto sconosciuto. Ma Benitez conosceva le sue caratteristiche tecniche. L’aveva avuto alle sue dipendenze a Valencia. O meglio, era stato proprio Don Rafa a lanciarlo nel grande calcio. Si trattava solo di aspettare il momento opportuno. E il francese ce l’ha messa tutto per ripagare la fiducia dell’allenatore e del Napoli, fiondatosi su di lui dopo l’improvviso infortunio di Mesto. Così, dopo due settimane di lavoro e due panchine, si è ritrovato in campo il 7 dicembre con l’Udinese al San Paolo (sull’out sinistro, per giunta) in una sfida insidiosa quanto rocambolesca. Reveillere non brillò ma neanche si avvilì più di tanto. Considerò quel debutto come il primo approccio con una nuova realtà calcistica. Continuò a prepararsi rispettando la tabella di Paco De Miguel finché non venne ripresentato in campo con l’Inter e poi successivamente a Cagliari convincendo così Benitez che in marcatura offriva sicuramente più garanzie di Armero. d oggi l’ex difensore dell’Olympique Lione si candida seriamente alla riconferma anche con la Samp in attesa del recupero di Zuniga.

LO SVIZZERO. Possiede autostima da vendere, nonché la capacità di interpretare alla lettera i suggerimenti dell’allenatore, questi i veri segreti della crescita di Blerim Dzemaili, centrocampista d’origini macedone ma naturalizzato svizzero. Da quando Rafa Benitez ha deciso di impiegarlo con una certa continuità, Dzemaili è andato sempre a migliorare. Con lui, che pure nasce centrocampista con propensione all’inserimento offensivo, la manovra del Napoli ne ha acquistato in rapidità e fraseggio. E il tecnico ne ha profittato per far riposare Gokhan Inler riscoprendo in un altro nazionale svizzero quelle caratteristiche che vanno addirittura meglio per la sua idea di calcio. Oggi Dzemaili ha scavalcato Inler nelle preferenze del tecnico che lo ha impiegato sempre, sia al cospetto dell’Arsenal, una delle sue migliori prestazioni, che dell’Inter e del Cagliari. In coppia con Behrami riesce a produrre le cose migliori in cabina di regia, concedendosi anche l’inserimento a sorpresa, quando il gioco lo permette. d ha realizzato due gol nelle ultime tre gare di campionato: uno con l’Udinese, quello del tre a due, e un altro all’Inter sotto gli occhi del suo ex allenatore che lo impiegava a singhiozzo fino a fargli spuntare la tentazione di cambiare squadra (lo cercava con insistenza il Milan). Dzemaili ha vinto il derby tra svizzeri con Inler perché rispetto al connazionale ha cercato di mettere in pratica tutti i suggerimenti di Benitez, si è applicato fino all’inverosimile pur di ritagliarsi uno spazio in prima squadra e, in vista dei Mondiali, conta di riscuotere ulteriori consensi per strappare un posto da titolare anche nella nazionale rossocrociata. Per Benitez, solo una felice rivelazione. A centrocampo ha scoperto un calciatore così duttile e intelligente sul piano tattico da creare uno spirito di emulazione nel reparto non indifferente. d in previsione dell’arrivo di un altro centrocampista, l’allenatore gongola.

L’ARGENTINO. Ha avvertito stima vera da parte dell’allenatore. Ed anche comprensione autentica dopo l’incerta prestazione interna con il Sassuolo. Così Federico Fernandez ha cercato di entrare sempre di più in sintonia con il compagno di reparto Albiol che ha esperienza da vendere. Il ventiquattrenne difensore argentino, già nel giro della Seleccion di Sabella, ha così accumulato via via già nove presenze in campionato e cinque in Champions League con la maglia del Napoli. Tante per uno abituato a stare sempre ai margini della prima squadra e costretto persino a fare un’esperienza al Getafe perché poco impiegato e scarsamente considerato a inizio della stagione 2012-2013. Ma è stato solo nell’ultimo periodo che Fernandez ha mostrato sicurezza e padronanza nel ruolo di centrale destro di difesa. Evidentemente aveva bisogno di continuità e di avvertire la fiducia del tecnico e dei compagni. Ed è negli ultimi tempi che è riuscito a scavalcare Britos nella corsa a una maglia da titolare. Benitez crede nelle sue potenzialità tecniche nonché fisiche e sta insistendo nel riconfermarlo sistematicamente al fianco di Albiol, anche se il Napoli è sulle piste di un altro centrale di difesa, magari con maggiore esperienza.  Fernandez non ha saltato una gara dal 26 novembre scorso. Le ha giocate tutte, sia quelle di Champions (4 da titolare, 1 dalla panchina) che quelle in campionato (Udinese, Inter e Cagliari). In qualche partita è andato meno bene che in altre ma non si è mai abbattuto. Anzi, ha cercato di mettere a frutto i consigli del tecnico e quelli di Albiol, spingendosi spesso fin dentro l’area avversaria per sfruttare la sua abilità in acrobazia. Ha sfiorato ripetutamente il gol e prima o poi lo troverà. E con l’anno nuovo proverà a respingere ancora la concorrenza di Britos ed a rendersi utile in tutte le competizioni dal momento che il Napoli sarà impegnato su tre fronti quando scatterà anche la Coppa Italia.

FONTE Corriere dello Sport

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