1989, un Natale da primato, 2-0 al Bologna e titolo di campione d’inverno in cascina

Un Natale che tutti vorrebbero, al di là dei discorsi sulla pace nel mondo, sulla salute e sui buoni propositi da compiere. Scadendo nel materialismo più infimo, qualsiasi tifoso partenopeo sognerebbe di ritrovarsi come il Natale di ventiquattro anni fa, quando il Signor Maradona, assieme ad un gruppo di campioni affiatato e meglio assortito rispetto all’anno della prima affermazione in campionato, si andava a prendere quel titolo che era soltanto l’antipasto per il secondo, più bello ancora, tricolore della storia azzurra. Era il 17 Dicembre quando a Napoli atterrò il Bologna dell’ex Giordano, col dente avvelenato visti i trascorsi burrascosi con la società a causa della vicenda Bianchi e della consequenziale epurazione di alcuni elementi tra cui, appunto, Giordano. Gli azzurri arrivavano dalle affermazioni europee in coppa Uefa e dall’ottimo cammino in campionato che mettevano in prima linea una squadra che continuava a sciorinare un gioco spettacolare, forse il più bello mai visto giocare al Napoli nella sua storia.

Contro i felsinei ci si gioca il titolo di campione d’inverno, mica poco, mentre il Milan impattava in casa col Verona (che nella gara di ritorno sarà la “fatal Verona“, il passaggio cruciale per il tricolore del Napoli), l’Inter del trio tedesco Klinsmann-Matthaus-Brehme veniva bloccata sul 2-2 a Firenze e la Juve di Zoff veniva sconfitta dalla Roma. Turno assolutamente favorevole, quindi, l’occasione è troppo ghiotta per farsela sfuggire, e il duo Careca-Maradona non fallisce l’appuntamento, nonostante l’assenza forzata di Carnevale, sostituito numericamente ma non nel ruolo da Mauro. La gara si mette subito su binari favorevoli già al terzo minuto, quando Diego confezione il pacco regalo in formato assist per l’accorrente Careca, che non perdona nemmeno col pezzo di repertorio meno apprezzato, il colpo di testa, Cusin spiazzato ed è già 1-0. Il Bologna non dispera ed imbastisce una reazione, che in alcuni frangenti sai fa più che pericolosa, e soltanto grazie al portiere in seconda Di Fusco, chiamato in causa all’ultimo momento per l’indisponibilità di Giuliani, che il risultato resta invariato, complice una torsione di testa a botta sicura di Giordano, sempre abile a fiutare la porta avversaria. Il tecnico dei bolognesi Maifredi si affida alla velocità di Geovani e all’esperienza di Bonini, ma spesso si concedono che estrema facilità ai contropiedisti azzurri innescati ora da De Napoli ora da uno scatenato Alemao, sempre di più pedina indispensabile per lo scacchiere di mister Bigon.

La prima frazione di gioco si chiude con la consapevolezza che questo Bologna può ancora far male, quindi occhio alla gestione del risultato attraverso una manovra pulita e lineare, senza esagerare con i personalismi, cercando sempre il compagno in appoggio. Fila tutto liscio tranne che per pochi svarioni complici di un mancato affiatamento tra alcuni elementi, leggasi Di Fusco, ovviamente non inserito al meglio nei meccanismi dei titolari, ma la gara sembra volgere verso il classico “finale sofferto” considerando lo striminzito vantaggio, quando al 76′ un missile su calcio di punizione di Baroni piega le mani all’insicuro Cusin, messo fuori causa anche da una barriera non propriamente coriacea, 2-0 e la strenna è servita. Vittoria figlia della capacità della squadra azzurra di concretizzare il risultato attraverso quella famigerata mentalità vincente che oggi latita, nonostante una prova non esattamente perfetta, gli azzurri hanno portato a casa i punti necessari per tagliare un traguardo fondamentale per il girone di ritorno, che sarà gestito in modo appropriato tranne che per qualche piccolo brivido sul finale che, si sa, rende tutto più gustoso, la vittoria finale e il titolo di campione d’inverno.

A quanti sarebbe piaciuto ottenerlo anche quest’anno? Meglio accontentarsi e sperare, magari, che arrivi l’altro di titolo, quello più importante, a Maggio, nonostante i punti che separano da Juve e Roma sembrano davvero tanti, il Natale aiuta a sognare e a rendere tutto possibile, quindi, lasciateci sognare attraverso le immagini di quel Natale di tanti anni fa, quando Diego e compagni ci fecero salire sul tetto più alto del campionato, senza rischiare di soffrire di vertigini. Questo è l’augurio che la rubrica “Qui fu Napoli” ha studiato per tutti i suoi affezionati lettori, con la speranza di rinverdire preso le vittorie che un tempo fecero gioire un popolo intero.

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