Spettacolo e compattezza tra due squadre con un attacco stellare

I numeri dicono che sarà una partita spettacolare e la cornice di pubblico sarà adeguata all’evento visto che gli spettatori saranno tra i 45.000 e i 50.000. Napoli-Inter sarà la sfida tra i migliori attacchi del campionato e vedrà opposte due formazioni che ultimamente, complice qualche errore di troppo in difesa, hanno provato a vincere segnando una rete in più degli avversari e non cercando di subirne una in meno. Un beneficio per lo spettacolo, ma anche una dannazione per Benitez e Mazzarri che nella loro carriera hanno costruito i rispettivi successi sulla solidità del pacchetto arretrato.

INTER COMANDA. Il miglior attacco della Serie A ce l’hanno i nerazzurri con le 34 reti realizzate nelle prime 15 giornate. Contro Bologna e Sampdoria Palacio e compagni avevano frenato (2 gol in 180′), ma le cose, almeno là davanti, hanno ripreso a funzionare domenica scorsa in coincidenza con il risveglio del Trenza. L’Inter in trasferta segna di più (19 gol, 7 nei 90′ contro il Sassuolo) che in casa (15) e lontano da San Siro incassa anche meno reti (6 contro le 11 al Meazza quando è costretta ad aprirsi di più e a fare la gara). Un buon biglietto da visita per provare a conquistare i tre punti al San Paolo, impresa che in campionato non riesce dal 1997. Anche il Napoli segna molto e con le sue 31 reti occupa il secondo posto della speciale classifica insieme alla Juventus. La formazione di Benitez fa più male al San Paolo che in trasferta e, prima dei 3 gol incassati dall’Udinese nell’ultimo match interno, nell’impianto di Fuorigrotta in A aveva concesso appena 3 reti in 7 giornate. L’Inter comanda nel numero di tiri verso la porta avversaria (181 contro 167) e concede meno conclusioni (175 contro 192) mentre il Napoli, in pieno stile Benitez, fa più possesso palla (56,1% contro 53,4%).

DIFFERENZE. Diverso anche il modo delle due formazioni di arrivare a battere il portiere avversario. L’Inter ha mandato in gol 11 giocatori diversi, il Napoli “solo” 8. Benitez ha sfruttato quasi al massimo (all’appello manca solo Insigne…) i suoi talenti offensivi, da Higuain (7 centri) a Callejon (7), passando per Pandev (6), Hamsik (6) e Mertens (1). Mazzarri, che ha dovuto rinunciare a lungo agli infortunati Milito e Palacio (2 reti a testa, ma tante partite saltate), ha sopperito con i guizzi dei difensori (1 gol a testa di Ranocchia e Rolando) e soprattutto degli esterni (3 per Nagatomo, 2 per Jonathan). Importante anche il contributo dei centrocampisti Alvarez (4), Cambiasso (3) e Guarin (3), con quest’ultimo allontanato del Chelsea dalle parole dello stesso Mourinho («A gennaio non faremo acquisti»). I nerazzurri hanno sfruttato molto i calci piazzati “spremendo” da punizioni e angoli 8 centri contro i 4 degli azzurri. In generale Mazzarri ha dovuto faticare di più per arrivare a gol e ha potuto contare sulla giocata risolutrice di uno dei suoi calciatori o su un rigore (il Napoli ne ha avuti 2 a favore, l’Inter 0) molto meno rispetto a Benitez. Osservate i dati della tabella qui a fianco: l’Inter ha realizzato 32 dei suoi 34 gol da dentro l’area piccola, gli azzurri 23 su 31 anche perché hanno trovato 8 volte la via della rete con tiri da fuori. Le statistiche danno inoltre una mano a sfatare il mito delle squadre di Mazzarri che segnano spesso con le ripartenze: le reti in contropiede del Napoli finora sono 4 contro una sola dell’Inter, obbligata a sfruttare tantissimo le fasce (298 cross su azione contro il 184 degli azzurri) per sopperire a una certa carenza di qualità nella costruzione della manovra.

FONTE Corriere dello Sport

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