Da adesso in poi

Dopo gli attestati di stima, i complimenti di avversari e non, i “grazie lo stesso” arrivati a iosa, restiamo mestamente soli a guardarci in faccia e a convenire che il Napoli ha fallito un obiettivo, quello del raggiungimento degli ottavi di Champions League, con o senza i 12 punti, con o senza giocare da grande squadra, con o senza gli alibi tecnici che abbiamo analizzato in varie occasioni. E’ importante guardare in faccia alla realtà, e non per sminuire l’ottima cavalcata che gli azzurri hanno costruito in questa competizione, ma semplicemente per non vivere di complimenti e cercare di realizzare qualcosa di concreto che vada al di là delle ottime prestazioni, quel qualcosa che ti aiuta a vincere. Bene, bravi, ma ora torniamo coi piedi per terra e facciamo un breve resoconto di ciò che saranno gli scenari da qui al prossimo Febbraio, quando il turno di Europa League sarà alle porte ed il Napoli dovrà affrontare non solo un match europeo, ma dovrà cercare di arrivarvi con una ben definita identità.

Senza la Champions, ovviamente, le pretese potrebbero essere meno concentrate sul panorama Europa League, vuoi per la rinomata idiosincrasia del presidente che non considera questo torneo all’altezza (affermazione da cui ci dissociamo, principalmente per le ragioni di prestigio che un trofeo del genere potrebbe dare, ma, si sa, il nostro è un modo di vedere fin troppo “romantico”…), sia sotto l’aspetto economico, per cui è probabile che l’attenzione principale verrà spostata sul tentativo di rimonta sulla Juventus e sulla Roma, ad oggi lontane rispettivamente otto e cinque punti, non tanti ma nemmeno pochi, considerando che i bianconeri si trovano nelle stesse condizioni degli azzurri, mentre la Roma è libera da vincoli extra campionato. Tentare di riacciuffare per i capelli le due primatiste potrebbe significare rinvigorire una corsa che ultimamente ha demoralizzato la piazza, colpa delle scelleratezze difensive della squadra che ha gettato al vento punti importanti che sarebbero serviti a mantenersi sulla scia tricolore, almeno alle calcagna della Roma, che attualmente risulta la squadra più accreditata per l’aggancio alla prima piazza.

Ed il Napoli? Oggi gli azzurri si dovranno svegliare da un sonno che ha creato un torpore pericoloso, principale colpevole capace di distogliere l’attenzione sulle sfide che sembravano alla portata e che invece sono risultate trappole in cui si è cascati in maniera quasi imbarazzante, al punto da mettere a nudo in più di una occasione la palese difficoltà difensiva come già detto, ma anche uno spirito di squadra smarrito, che invece mercoledì contro l’Arsenal è sembrato miracolosamente riapparire. Magia? No, semplicemente il Napoli ha attivato il radar della concentrazione sul livello più alto, mostrando a tutti di cosa sia capace di fare, ma non è accettabile che lo si faccia solamente quando l’appuntamento è di quelli di spessore, contro le grandi squadre e soprattutto in condizioni psicofisiche decisamente ai massimi livelli.

E’ proprio in questo punto che noi diciamo “io non ci sto“, non condividiamo l’approccio della squadra che, fino ad ora, ha continuato a vedere le differenze tra Sassuolo e Borussia Dortmund, e così, che sia ben chiaro, non si va da nessuna parte, è bene che lo si assimili quanto prima, per cui spostiamo la lancetta della bussola sulle gare di campionato cercando di affrontarle con il piglio giusto, senza regalare nulla agli avversari (soprattutto in termini di minutaggio di gioco) e fiutando anche lo spazio più stretto per trovare il pertugio giusto per affondare i colpi. Cinismo, cattiveria agonistica e determinazione, queste le caratteristiche per essere al top anche in campionato e mettere paura a chi si è messo in mezzo al primato in campionato, cercando di ottimizzare il tempo che separa dall’Europa League a Febbraio, per cui parliamo di quasi due mesi di tempo per assestarsi in campionato e rendere esaltante anche la cavalcata in Serie A, fattore che potrebbe alimentare forze sconosciute per andare a primeggiare anche in campo internazionale.

Già, in quell’Europa che ha sbattuto fuori gli azzurri senza badare ai punti conquistati, con prepotenza, dimenticando le grandi imprese contro Borussia e Arsenal nelle due gare al San Paolo, relegando i partenopei nella competizione di “consolazione”, ma che questa stessa dovrà e potrà essere la valvola di sfogo per poter rinfangare l’eliminazione subita e andare a fare la voce grossa contro squadre del proprio livello, dove andare avanti fino alla fine non è poi così utopico. L’Europa League potrebbe, a questo punto, rappresentare la “rivincita europea” ricavata dalla porta di servizio, senza dimenticare che la finale si giocherà alla Juventus Stadium, in casa degli odiati rivali, che sentirebbero il fuoco dentro se dovesse capitare che gli azzurri si giocassero proprio nel loro tempio la gloria di un trofeo così prestigioso, checché se ne dica.

Ed ecco, quasi istintivamente, decriptati i nuovi obiettivi da adesso in poi: alzare la testa in campionato e tallonare dapprima la Roma, per poi investire lo sprint finale alla ricerca dei bianconeri, e arrivare a Febbraio con la consapevolezza di poter arrivare in finale di Europa League, per stuzzicare i napoletani nel sogno di alzare la coppa nello stadio bianconero. Eh già, si vive anche di sfizi…

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