Il risveglio porta addosso mal di testa e mal d’anima. Non avevano torto i Negrita, e chissà se avranno scritto questa canzone mentre tornavano da Holguin o dopo aver visto la partita di ieri contro l’Udinese. Sì, perché dopo la follia di ieri sera ci vuole solo una buona camomilla. Di quelle forti.
Andiamo con ordine. Partita difficile, serata fredda, pubblico no. Eppure si sblocca, grazie a Pandev, al solito Higuain in versione assistman più che goleador. Poi, il blackout. Sembrava il Napoli targato Mazzarri piuttosto che la nuova era Benitez. Troppi errori dei singoli, difesa da rivedere, portiere perforabile. Ma siamo sicuri che eravamo al 2013, e non il 2008, quando Navarro sguazzava in porta e Santacroce delirava in difesa?
Tranquilli, è il 2013, ed è pure dicembre. Questo significa che il buon Benitez il panettone se lo mangerà (e pure con piacere ndr), a discapito di tutti i criticoni che lo vorrebbero già traballante, in pericolo, in dubbio. Non è esperto, non è da Napoli. Vogliamo vincere, e subito.
Dicevano lo stesso per Higuain (lo scarto del Real), dicevano uguale di Albiol, dicevano male perfino di Lavezzi (troppo pesante quando arrivò a Napoli). La verità è che parlare fa bene a tutti, quando si vince, ma soprattutto quando si perde.
Per questo è inutile continuare a fischiare Armero ad ogni palla giocata, solo perché ha sbagliato un paio di partite. E’ inutile continuare a pretendere di vincerle tutte, quando sappiamo benissimo che non siamo ancora a quel livello. E’ inutile stare a recriminare per una Champions in cui usciremo con 12 punti (incredibile ma vero), quando negli altri gironi – stile mondiale – si affrontano le accoppiate Poggibonsi – Pontedera (con tutto il rispetto parlando).
A proposito: mercoledì sera c’è un appuntamento importante al San Paolo. Quale miglior occasione, caro Benitez, per mangiare il panettone a Natale…
Raffaele Nappi