La classe di Pandev e Callejon, attaccanti atipici ma dal gol facile

Undici gol in due: sette Josè Maria Callejon; quattro Goran Pandev. Il presente che si fonde con il passato. Due pedine che esaltano il collettivo di Rafa Benitez: non primattori, ma comprimari che sanno recitare anche da protagonisti se occorre. Il primo, lo spagnolo, fortemente voluto dal nuovo allenatore, il macedone, invece, indicato da chi l’aveva preceduto. Al Napoli sono costati meno di venti milioni di euro (17,5 per la precisione) in due ma stanno tenendo un rendimento da top player. Sicuramente più incisivo l’ex madridista, letale in zona gol quanto essenziale nell’economia del gioco di squadra. La rete alla Lazio è soltanto l’ultima delle sette perle regalate in questa prima parte della stagione, senza contare il bersaglio centrato in Champions in casa dell’Olympique Marsiglia.

Ma anche Pandev, pur giocando meno, ha fatto la sua parte contribuendo alla vittoria a Marassi sponda rossoblù e sfoderando un secondo tempo da applausi contro la sua ex Lazio, impreziosendolo con un gol ed un assist. Ora Benitez sa di poter contare su due elementi abili negli ultimi venti metri quanto preziosi nella fase di possesso-palla.  Entrambi ex allievi prediletti di Josè Mourinho: il primo nel Real Madrid; il secondo nell’Inter. Ed entrambi calati alla perfezione negli schemi di Don Rafa. Eclettici, capaci di districarsi nelle due fasi, anche se Pandev ha alternato buone prestazioni ad altre meno brillanti.

SETTE PERLE. Callejon non smette di stupire i tifosi napoletani che evidentemente non lo conoscevano a fondo. Ma Benitez lo conosceva, eccome. Fin dai tempi dell’Espanyol. E non a caso è stato il primo nome ad inserire nella lista dei nuovi acquisti. Il Real se n’è privato malvolentieri. L’avrebbe anche trattenuto ma la volontà del calciatore di ricevere maggiore spazio e la spinta del suo procuratore alla fine hanno prevalso. Quello che ha meravigliato di Josè Maria è stata la rapidità di adattamento ad un ambiente e un campionato del tutto nuovo. La facilità di inserirsi negli schemi, agevolato peraltro dalla conoscenza  con Albiol ed Higuain. E infine, la disinvoltura con cui è andato in gol. Ben sette volte in quattordici gare di cui undici giocate da titolare.  Intanto è stato il calciatore a realizzare il primo gol del Napoli in questo campionato: al Bologna, alla prima giornata. Tre bersagli di fila nelle prime tre uscite. Poi si è reso protagonista di gol decisivi quanto di pregevole fattura: a Firenze, in casa con il Catania e per chiudere all’Olimpico con la Lazio. Ed ha già superato i bersagli centrati con il Real Madrid nella passata stagione (tre). Per Benitez può tranquillamente arrivare in doppia cifra. E Don Rafa aveva visto giusto. Callejon, attaccante moderno, capace di dar man forte al centrocampo per ritrovarsi in un attimo in zona gol, è già ad un passo da quella previsione di Benitez. E ora strizza l’occhio alla Nazionale. Ha ventisei anni e alla Furie Rosse farebbe comodo un elemento simile per il mondiale in Brasile. Callejon vanta solo quattro presenze in Under 21 e le ambizioni di indossare la maglia della nazionale maggiore sono più che legittime.

KUNG FU.  Goran Pandev, invece, non ha potuto esprimersi come avrebbe voluto durante la gestione-Benitez. Prima impiegato per rimpiazzare Higuain, poi al posto di Hamsik. Eppure ha avuto modo di offrire il proprio contributo. Il macedone, soprannominato proprio ai tempi della Lazio, “Kung Fu”, per la sua spietatezza in area di rigore, ha bisogno di galvanizzarsi per rendere al meglio. L’eliminazione dal Mondiale con la propria nazionale e l’occasione-gol divorata con la Roma hanno inciso sul suo morale. Ma il gol da ex all’Olimpico lo sognava anche di notte. Dare un dispiacere a Lotito, che per ripicca volle tenerlo fermo per quasi un anno, è stato il regalo più bello che abbia potuto farsi e fare a tutti i tifosi del Napoli che ora da lui si aspettano nuovi acuti in attesa del vero Hamsik.

FONTE Corriere dello Sport

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