Tanti gol ed assist, Higuain cancella ancora il fantasma di Cavani

Altro che papere o errori difensivi: alla fine, la partita della riscossa (Lazio-Napoli) estrae dal cofanetto questa elegante creatura che è Gonzalo Higuain. Un campione moderno e taciturno, capace di scendere dalle copertine per salire verso la porta avversaria, con passo felpato e istinto assassino. Colui che ha segnato sette volte nel suo primo campionato italiano poteva temere l’ombra di Cavani, di chi ha scritto la storia recente del Napoli ma che qui non c’è più? Almeno nei pensieri di Higuain non esistono né Edinson e neppure il passato azzurro da grande goleador. Oggi esiste tantissimo lui, il Pipita, ed è un fatto. L’azione del suo primo gol alla Lazio, quella fuga vibrante e solitaria, giocata sulla suspense del finale (segnerà oppure no?) sembrava un film di Luc Besson. Osserviamolo da vicino il bomber argentino nato a Brest, in Francia. Confrontiamolo con Cavani e teniamo conto delle caratteristiche, profondamente differenti, tra i due attaccanti. Solo così il libro dei numeri può essere mangiato e digerito. Tuttavia meglio se a piccoli, lenti bocconi, perché l’accostamento tra fuoriclasse è un infinito che ha bisogno di pazienza, e se possibile di un po’ di fatica: le cose troppo facili e troppo rapide, di solito, valgono poco.

Qualche gradino bisogna pure superarlo, ed è uno sforzo sempre premiato. Ecco perché abbiamo analizzato con questo metodo il cammino del Pipita, nella nostra serie A, e quello del Matador nel campionato francese. Higuain rispetto a Cavani, al suo esordio nel Paris Saint Germain, in questo suo anno inaugurale nel Napoli, ha già fatto qualcosa in più dell’uruguaiano. Innanzitutto in Champions League: ebbene qui il buon Gonzalo ha superato il bravo Edinson, ancora nel cuore di molti tifosi azzurri. Vediamo come: l’argentino ha messo a segno gli stessi gol (tre) di Cavani ma nel rapporto di reti realizzate e tempo a disposizione supera il “rivale”. Higuain, impiegato per quattro partite, e in campo per 314’, vanta la media di un gol ogni 78,5 minuti. Invece il Matador (con gli stessi match dell’argentino ma utilizzato per 359 minuti) ha centrato il bersaglio con un intervallo più lungo: 89,75 primi. Dunque vantaggio Higuain che in Europa va a segno in minor tempo dell’ex centravanti del Napoli. Ma nella Ligue 1, il buon Cavani ha messo a segno dieci reti, tutte su azione, contro le sette del nostro, tra queste due calci di rigore all’attivo. Il confronto, dove un numero ne contagia un altro come un vitalissimo virus, comincia ad animarsi. Del resto la statistica più fidata è quella che ci mette addosso una gran voglia di correre a spulciare in libreria o sul web altre cifre, nuovi record. Qual è la differenza tra le due punte vista secondo il modo di concludere in rete? Higuain su tredici tiri nello specchio della porta, è andato a segno sette volte, compresi i penalty. Mentre, in Francia, Cavani ha sprecato abbastanza: per arrivare a dieci gol ha dovuto mettere insieme 23 tentativi pur di sorprendere il portiere avversario, fra l’altro in un campionato come quello francese in cui le difese non possono essere neppure paragonate a quelle della serie A italiana.

Finalino sugli assist. Higuain, tra Champions e campionato, è a quota cinque. Mentre il Matador è fermo sulla soglia più bassa: un solo passaggio vincente in tredici partite disputate. Se il rinnovamento del Napoli funzionerà, ciò sarà possibile solo perché Benitez ha un bomber duttile e molto tattico come Higuain. Ed è per questo che l’argentino è al centro di tutto: presente e futuro. Perché Gonzalo può cambiare una partita con venti centimetri quadrati a sua disposizione. Resta da stabilire se potrà farlo con una certa continuità. Egli, però, possiede la saggezza del campione, sa colpire con triangoli lunghi e veloci. Un modo di praticare il contrattacco che sarebbe ad altri proibito, ma che il Napoli interpreta alla perfezione per la partecipazione di un regista offensivo come Higuain, che mette a disposizione dei compagni tutta la sua immensa tecnica, l’inventiva e la generosità di un autentico asso.

FONTE Il Mattino

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