L’editoriale di Alessia Bartiromo: “La costante dolce sofferenza dei tifosi azzurri”

Quindici giorni sportivamente da cancellare, una vera e propria tortura per ogni tifoso del Napoli costretto a vivere tre gare da incubo, che lo hanno profondamente segnato in una stagione che fino a qualche settimana fa era a dir poco esaltante. E’ il bello del calcio, tutto può cambiare in un instante e serve ugualmente poco, per fortuna, per risalire la china in un periodo dove tutto va storto. Perdere contro la Juventus si sa, è già di per sé una piccola ed intensa tragedia calcistica per ogni napoletano dal cuore azzurro: è garanzia di almeno sei mesi di continui sfottò da parte dell’avversario bianconero campano e non che, come se non bastasse, ha anche riconquistato la vetta della classifica a tuo discapito. Ben quindici giorni di elaborazione del “lutto”, complice la sosta delle Nazionali ed ecco il nuovo carico: in una notte gelida e piovosa, al ‘San Paolo’ si voleva festeggiare ed invece sono calate nuovamente le tenebre, in uno scivolone che ha ricordato quello dello scorso anno contro il Real Bologna. Anche il Parma è diventato il Real Parma, Cassano il solito fuoriclasse. Chapeau. Oltre il danno però, anche la beffa. Dopo la partita infatti, sui social network si leggevano queste frasi: “Ma chi ve lo fa fare di andare allo stadio di sabato sera al freddo ed al gelo, con una pioggia torrenziale e per assistere a quel brutto spettacolo” oppure “Quasi quasi me ne stavo a casa a vedere un bel film”. Eh no, la fede azzurra non si rinnega, si rispetta e si coltiva “al di là del risultato” come dicono gli ultras, nonostante le sconfitte e le delusioni.

Si va ancora avanti, tanto c’è la Champions. Ed arriviamo a ieri, una serata che parte storta, si raddrizza e termina ancor peggio del previsto. Una brutta batosta, un dolore morale e quasi fisico, di quei momenti che vuoi pensare ad altro ma non ci riesci, vuoi dormire ma sei smanioso, porti dietro il turbamento calcistico anche il giorno dopo e quello dopo ancora. Meglio non parlare con nessuno, ancor più con chi non può capire il tuo stato di innamorato folle ma deluso. Sei ancora più arrabbiato dei quindici giorni precedenti, pensi che forse è meglio non andare al “San Paolo” l’11 dicembre per evitare una “bella intossicata” in eurovisione. Quante volte i tifosi del Napoli usano questo termine dopo le sconfitte.. Ma dura tutto mezz’ora, non di più..e già inizi a pensare che se Pandev crede che contro l’Arsenal si possano segnare tre gol senza subirne, forse devi farlo anche tu. Se Reina mette il cuore in ogni match, forse devi andare a Fuorigrotta ad applaudirlo. Ecco, che finalmente torna prepotente a far capolino la solita consapevolezza: se hai il sangue azzurro, è giusto continuare a sostenere incondizionatamente la propria squadra, nel bene e nel male, nelle vittorie ed ancor più nelle sconfitte. E’ questo il vero tifo, è questa la costante dolce sofferenza di ogni tifoso azzurro.

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