Benitez ed il suo Napoli camaleontico: fino ad ora 10 squadre diverse. Reina, Inler ed Albiol stakanovisti

Benitez-e-HiguainI dieci Napoli di Rafa. Dieci Napoli diversi, almeno una novità tra una partita e l’altra. Sempre in campo, sempre presente e minutaggio completo per il portiere spagnolo Reina. Altro punto fermo Inler, lo svizzero titolare nove volte su dieci, in panchina solo al Meazza contro il Milan. Altro punto fermo in difesa Albiol, otto presenze su dieci partite. Poi quasi tutti gli attaccanti con sette presenze: Callejon, Higuain, Pandev e Hamsik.

Dieci Napoli, dieci squadre diverse. Almeno un cambio, spesso due, a volte tre. Rafa ha cambiato sempre, anche in considerazione dei tre impegni già sostenuti in Champions League. La gestione dello stress e della fatica attraverso un’attenta gestione del minutaggio, calcoli a tavolino e valutazione dello stato di forma di partita in partita. Il turnover di Rafa in tuti i ruoli, in tutti i reparti: nessuno sfugge alla regola, finiscono in panchina anche i big. Ad Hamsik è toccato già tre volte, mercoledì sera a Firenze, a Genova (l’unica gara in cui non giocò neanche un minuto) e al San Paolo contro l’Atalanta. Higuain ha saltato per infortunio Napoli-Livorno e ha cominciato in panchina a Genova e contro la Roma.
Cambi in tutti i reparti e non solo per gli infortuni. In questa fase l’emergenza è in difesa, contro il Catania Maggio è squalificato, Britos e Zuniga sono indisponibili. Toccherà dall’inizio ancora Mesto, sette presenze per lui, la dimostrazione dell’importanza che Benitez dà anche alle seconde linee. L’ex genoano ha convinto Rafa in ritiro a Dimaro, il tecnico spagnolo si oppose alla sua cessione e lo cominciò a schierare nelle amichevoli precampionato al posto di Maggio, unitosi in ritardo al gruppo per gli impegni con l’Italia in Confederations Cup. Spazio per tutti, fiducia all’argentino Fernandez, poco impiegato con Mazzarri, quello con meno minuti nelle gambe è Cannavaro.
Minori possibilità di alternanza a centrocampo. Tre centrocampisti per due ruoli. Inler insostituibile, Behrami pure: nove presenze per il capitano della Svizzera, sette per il guerriero del centrocampo. Più sacrificato l’altro nazionale svizzero Dzemaili, comunque impiegato e di nuovo titolare domani sera contro il Catania.
E poi il tourbillon continuo in attacco, sei attaccanti per quattro maglie. Rafa cambia tutti, anche di ruolo e può giostrare sfruttando al meglio il momento di forma. Mertens è diventato protagonista assoluto nelle ultime tre partite dopo aver dato i primi segnali di risveglio contro il Livorno. Insigne si era esaltato a settembre e soprattutto nel match di Champions League contro il Borussia Dortmund con l’eurogol su punizione, una prodezza da prima pagina, da copertina, fin qui l’unica rete stagionale in attesa del primo acuto in campionato.
E poi il rinato Pandev, preferito già nella prima giornata di campionato contro il Bologna a Insigne. Sette presenze da titolare per il macedone, in tutti i ruoli, da esterno destro, sinistro, trequartista e da punta avanzata al posto di Higuain. Il vero jolly dell’attacco azzurro, la carta di Rafa, Goran buono per tutti gli usi. Spazio per tutti gli azzurri, anche per Zapata che insegue il primo gol in campionato dopo la perla in Champions League al Velodrome contro il Marsiglia.
Tanti Napoli, tutti competitivi. Solo una partita realmente da dimenticare, quella contro il Sassuolo, in quel caso il turnover fu eccessivo. Dopo quell’esperienza Benitez non ha più commesso lo stesso errore, cambiando due, al massimo tre pedine di volta in volta. E sono arrivate quattro vittorie in trasferta su cinque partite, altro record, un Napoli anche corsaro. Innanzitutto in questa stagione il record di vittorie (otto) e di punti nelle prime dieci giornate con l’unico ko contro la Roma. Così forte solo nella stagione 1988-’89, quel Napoli vinse la coppa Uefa e arrivò secondo in campionato contro l’Inter di Trap.

Fonte: Il Mattino

 

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