Gli stadi delle famiglie o quelli della diseducazione?

norazzismoI cori razzisti, ormai, sembrano essere diventati una squallidissima moda: dopo Torino e Milano eccoli arrivare a Firenze.

Sin dall’inizio del match, una parte dei tifosi viola (se così possono essere definiti, sperando di non urtare la sensibilità di chi tifoso lo è davvero) presenti al Franchi ha intonato i soliti “Vesuvio lavali col fuoco”, “Noi non siamo napoletani” ed esposto striscioni poco carini ma purtroppo non c’è mai fine al peggio, così dagli spalti si sono sentiti cori blasfemi che hanno chiamato in causa il patrono di Napoli, San Gennaro.

Di fronte a tale scempio nessuno può essere ancora indifferente: gli stadi pullulano di bambini, ragazzi e donne che sempre più spesso sono costretti a vivere situazioni di disagio e diseducazione. Restando in tema calcistico, la palla adesso passerà ancora una volta alle autorità della giustizia sportiva, che senza perder tempo, dovranno intervenire con provvedimenti ancora più massicci e concreti poiché con la chiusura della curva Sud – che di Sud ha ben poco – dello Juventus Stadium e una fetta della curva milanista sono stati prodotti ben pochi risultati positivi.

Inutile negare che il calcio è una vetrina importante della società che in tempi di grandi scoperte e invenzioni tecnologiche, si ritrova individui del genere, lontani anni luce da una realtà basata su fondamenti di uguaglianza e rispetto.

Ludovica Donnarumma

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