Coppa Uefa 89-90, l’ostacolo Sporting Lisbona in una partita senza fine

SSC_Napoli_1989-1990Primo turno di Coppa Uefa, allora definito “32° di Finale”, anno 1989-90, da detentori del trofeo, il Napoli affronta nel primo turno lo scoglio Sporting Lisbona, una squadra non insuperabile, ma che può contare sull’appoggio di un caloroso pubblico, spesso e volentieri l’autentico uomo in più per portare a termine le imprese più impensabili. L’andata allo stadio “Alvalade” di Lisbona è terminata 0-0, un ottimo risultato se vogliamo, considerando che più volte i padroni di casa sfiorarono il vantaggio, e soltanto grazie alla bravura del portiere Giuliani la squadra riuscì ad uscire indenne dall’inferno di Lisbona. A causa dei lavori per i mondiali del 1990, allo stadio San Paolo si giocò alle 15, orario insolito per le gare di coppa, oltretutto proibitivo per centinaia di napoletani, impegnati per motivi di lavoro. Fu così che tanti tifosi furono costretti a disertare gli uffici, tanti studenti a “marinare” la scuola pur di trovare un biglietto per prendere parte alla tanto attesa prima gara dopo la vittoria del trofeo.

Dopo le polemiche estive e la partecipazione alla gara dell’andata a mezzo servizio da parte di Maradona, Diego arriva all’appuntamento davanti ai propri tifosi tirato a lucido e desideroso di essere protagonista. La gara, dopo una partenza sprint del Napoli, si mette sugli stessi binari dell’andata, ritmo intenso, ottime trame di gioco, attenzione da parte di entrambe le compagini anche ai movimenti senza palla, marcature asfissianti e pochi spazi concessi agli avversari, insomma era molto difficile prevaricare l’avversario e battere a rete. Dopo l’iniziale errore di Careca che non riesce ad approfittare di un errore del portiere Ivkovic, il match si appresta man mano ad avviarsi verso uno scialbo 0-0, cominciando ad evidenziare una preoccupante costante di sterilità in fase offensiva. La ripresa comincia nuovamente bene per gli azzurri, Diego serve Carnevale in velocità, lo “spilungone” azzurro però pecca nel controllo e si allunga mestamente un pallone che avrebbe potuto avere migliore sorte. La porta comincia a sembrare stregata quando ancora Careca e poi Maradona vengono fermati dalle parate sicure del portiere portoghese, che in verità si è visto arrivare traiettorie non certo proibitive. Dopo una lunga ed estenuante serie di tentativi frenati spesso sul più bello, la fase conosce la sua fase di stanca verso il finale, proiettando così lo scenario dei tempi supplementari.

Ci si comincia a chiedere se la squadra, a poco più di un mese dall’inizio del campionato, sia in grado di sostenere un tour de force così intenso, giocare 120 minuti vuol dire fare leva giocoforza sulle riserve fisiche non ancora ben surrogate dall’effetto della preparazione muscolare. L’ingresso in campo di Mauro è studiato apposta per dare il giusto apporto in termini di freschezza atletica, cosa che puntualmente avviene, anche se lo stesso calciatore non riuscirà ad essere preciso in una delle più limpide occasioni dell’extra time, quando, davanti all’estremo biancoverde, non riesce a concludere nello specchio il tiro che avrebbe portato in vantaggio gli azzurri, mettendo una seria ipoteca sulla qualificazione. Nulla da fare, si va ai rigori.

Ad aprire le ostilità ci pensa il Napoli, che con Crippa si appresta a tirare il primo rigore, purtroppo intercettato dal portiere dello Sporting. Sul San Paolo cade un velo di negatività, qualcosa dice che non è giornata per i colori azzurri, viste anche le occasioni non andate a buon fine. A neutralizzare il penalty dello Sporting ci penserà Giuliani, che si fa trovare “sul pezzo” sulla conclusione di Luizinho. Ancora 0-0, la rete sembra non volersi smuovere. Ma a scuoterla ecco arrivare Careca, che calcia magistralmente la palla nel sette, con una conclusione quasi da fermo. Douglas porta nuovamente in parità il risultato, con un “lob” che inganna il portierone azzurro. Mauro porta ancora in vantaggio il Napoli con un piattone preciso sulla sinistra dell’estremo portoghese. Marlon, invece, concluderà sul palo il tiro che mette lo Sporting alle spalle degli azzurri. Baroni mette il sigillo del definitivo sorpasso, Cascavel tiene vive le speranze dei biancoverdi mettendo la palla in rete, ma colui che tiene sulle spine il popolo partenopeo è proprio chi non t’aspetti, Diego Maradona, che sbaglierà uno dei sui pochissimi penalty della sua carriera, concludendo sulla sinistra di Ivkovic che, nel frattempo, aveva intuito la scelta dell’angolo che El pibe aveva effettuato. Carlos Manuel porterà sul 3-3 le ostilità, aprendo definitivamente il discorso qualificazione, che Ferrara rimetterà a favore degli azzurri con un preciso tiro a spiazzare il portiere portoghese, gol che costringerà gli uomini di Lisbona a segnare il successivo ed ultimo rigore se non si vuole tornare a casa con un pugno di mosche in mano ed una qualificazione buttata. Ma, per fortuna del Napoli, ci si metterà la traversa a dire di no a Fernando Mendes Soares Gomes, attaccante lusitano, bandiera dello Sporting e della nazionale, pluripremiato e chiamato spesso a risolvere i problemi della squadra, nonostante la non veneranda età.

Tripudio del San Paolo, i 53mila urlano di gioia ed i sismografi della zona di Fuorigrotta registrano tremori quasi come fossero scosse di terremoto. Già, una onda anomala improvvisa che porterà il passaggio del turno nonostante la giornataccia del Pibe. E’ segno di salute, è segno che il Napoli è una grande squadra, e da lì a poco lo dimostrerà portandosi a casa il secondo tricolore.

Ecco le immagini della “sfida infinita” contro lo Sporting Lisbona:

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