Ventura, bentornato al sud: “Che talenti nel Napoli, ma il risultato non è già scritto. Conservo bei ricordi, peccato per l’esonero…”

Giampiero+Ventura+Torino+FC+v+Calcio+Catania+NHFt6CVDZ53lLo sguardo perso nel vuoto, in quell’orizzonte stratosferico che rapisce: Capri è di fronte, il Vesuvio in lontananza ed oltre la cartolina, in quell’universo sconfinato, pensieri sparsi e aggrovigliati che conducono in quella Napoli perduta d’un decennio fa.

“Ma ogni volta che torno qui è un’emozione: ci sono rimasto quattro mesi e mi sono bastati per legarmi, umanamente, alla gente. So cosa rappresenti il Napoli per i napoletani; andò male in campo ma trovai tanti amici fuori” .

Bentornato al Sud, alla Napoli di Varcaturo ( “ricorda la precarietà?  Eravamo a due passi da una discarica, su un campo con spogliatoi inadeguati…” ), alla Napoli da far risorgere dalle proprie ceneri che Gianpiero Ventura si ritrovò tra le mani quando ormai il campionato di serie C stava per emettere il primissimo vagito: “E noi andammo in ritiro a Paestum: ogni giorno arrivavano un paio di calciatori, ci obbligarono a cominciare due settimane dopo quando gli altri erano già rodati. E contro ilCittadella, in un pomeriggio che per me resterà indimenticabile, perché quarantaseimila spettatori in serie C non si vedranno mai più, ad un certo punto avevo una decina di giocatori quasi disidratati” .

QUA LA MANO  – La memoria è una distesa sabbiosa sulla quale poggiano i ricordi d’un inverno freddo e al tempo stesso caloroso, la contraddizione in termini d’una esistenza in chiaroscuro che a Gianpiero Ventura, affettuosamente «Giampi»  per una città con la quale scoprì d’avere empatia, conserva con piacere. “La gente qui ama la squadra e lo fa a prescindere dalla categoria di appartenenza e dai risultati. Per chi aveva vinto gli scudetti ed aveva potuto ammirare Maradona, la serie C non venne considerata un’onta ma l’avvio del riscatto: il San Paolo pieno nel derby con l’Avellino è un poster che resta. Poi però finì male, venni esonerato proprio mentre si stava intervenendo sul mercato di gennaio. Pareggiammo in casa con la Fermana, sbagliando un rigore. Non ci fu logica, ma nel calcio succede. Io posso dire d’essere orgoglioso d’aver dato il mio  piccolissimo contributo per la rinascita. Peccato aver dovuto lasciare sul più bello” .

CHE NAPOLI! – Il passato che torna prepotentemente alla ribalta è in quei flash che illuminano d’immenso: ma stavolta è un mezzogiorno (e mezzo) di fuoco, in cui non c’è spazio né per la nostalgia, né per la malinconia: «Giochiamo contro una corazzata, che a Marsiglia ha dimostrato una volta di più di cosa sia capace. Ci sono uomini di spessore internazionale, però io continuo a pensare che l’attacco di tre anni fa, quello nel quale c’erano CavaniHamsik e Lavezzi, fosse impressionante. Oggi però sono arrivati Callejon e quel Mertens che martedì sera ha strappato applausi; poi c’è Behrami e un talento come Insigne che sta crescendo. La Juventus resta favorita per lo scudetto, ma questo Napoli è tanto…» .

MAREKIARO  – Il panorama è da restarci storditi e in quel San Paolo ch’è stato un sogno appena accarezzato ci sarà da soffrire: è Napoli-Torino, è un match per cuori forti, è un’ora e mezza da attraversare con fierezza, a testa alta e senza alcuna paura. “Siamo in emergenza, perché la nostra infermeria è piena. In tanti non sono partiti, ma sarà indispensabile essere concentrati e non indietreggiare: guai affrontarli con timore. Andiamo a sfidare uno dei più potenti attacchi del nostro campionato, potessi intervenire in qualche modo toglierei a Benitez Hamsik e magari anche Pandev. Ma sono certo che ce la giocheremo come abbiamo sempre fatto: sulla carta, è una partita dal risultato già scritto. Ma, fidatevi, non è così” .

Non sarà, un’avVentura… Però una giornata da lasciarsi rosolare da quei turbamenti che affliggono nella Napoli da amare sempre: “Essere l’allenatore del Torino è motivo d’appagamento, però porto con me anche quei piccoli frammenti d’un quadrimestre intenso” .

Fonte: Il Corriere dello Sport

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