Sepe si prenota: “Primo in B e magari primo nel Napoli del futuro”

sepe_gigiRitorno al futuro. Luigi Sepe è attualmente il portiere meno battuto della B: 7 partite, un solo gol al passivo. Ha soli 22 anni, ma di lui si parla da tempo come il prossimo guardiano dei pali del Napoli. Precisamente, Sepe è salito agli onori delle cronache il giorno del suo esordio in A, il 28 gennaio 2009. In panchina c’era Reja e toccò a lui sostituire l’acciaccato Gianello: pochi ricordano una prodezza incredibile su Gilardino, tutti o quasi l’errore sul gol del 2-1 di Montolivo: “Il classico peccato di inesperienza — ricorda ora Gigi — oggi respingerei di piede senza pensarci due volte”.

In ascesa È cresciuto Sepe, come portiere e come uomo. Nel Napoli è entrato a 9 anni, pescato nella Rinascita Torre del Greco del compianto presidente Ciro Izzo: “Ho fatto tutta la trafila in azzurro, sono partito dagli Esordienti e arrivato in prima squadra” dice Gigi con orgoglio. Luciano Tarallo è stato per anni il suo preparatore, in Primavera lo ha lanciato Ivan Faustino, poi ha lavorato con Apuzzo e Miggiano: “Forse sono rimasto a Napoli un anno di troppo, sarei potuto andare prima a giocare in B con Viviani nel Portogruaro. Comunque, nel mio gruppo c’erano Ciano, Maiello ed Insigne. Lorenzo l’ho sentito anche pochi giorni fa, siamo spesso in contatto. Speriamo di ritrovarci presto”. Logicamente, tornare a Napoli è il suo desiderio. Gigi, però, non ha fretta. A Lanciano si trova bene, la moglie Annalaura lo coccola ed il figlioletto Giuseppe gli regala gioie mai provate prima. Fisicamente è un figurino: “A casa a Torre del Greco si mangiava bene — dice sorridendo — qui sono attento alla dieta anche perché l’allenatore ci tiene molto”. Il suo tecnico è Marco Baroni, l’uomo che ha segnato il gol del secondo scudetto del Napoli nel ’90: “Ne parlavamo proprio l’altro giorno, lui ricordava l’undici che scese in campo e le emozioni di quel giorno. A Lanciano ci sono dieci ragazzi napoletani, siamo un po’ una succursale azzurra”.

Tempo Per tornare a casa c’è ancora tempo: “ll massimo sarebbe andare in A con il Lanciano e restare per farmi ancora le ossa, ma l’obiettivo per noi è la salvezza. Il sogno della vita, invece, è diventare il portiere del Napoli”. Come lo era il suo idolo Tagliatatela, che adesso Sepe imita anche come pararigori. In estate ha lavorato in ritiro con il suo coetaneo Rafael ed il preparatore azzurro Xavi Valero: “Rafael è il tipico portiere brasiliano, istintivo. Un ragazzo eccezionale. Xavi Valero è bravissimo, anche se ha metodi diversi dai preparatori italiani. Ti fa lavorare molto con la squadra e giocare con i piedi, cosa che mi piace tantissimo”. Dicono che Xavi Valero stimi Sepe in maniera particolare e che Reina il prossimo anno possa accasarsi al Barcellona, il club nel quale ha esordito. Come Sepe nel Napoli. “Il mio è un cerchio che si deve chiudere, prima o poi tornerò per giocare titolare”.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

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