Arsenal, due cannonate sulla lavagna tattica

chiave tatticaUna sconfitta, a prescindere da quale sia l’avversario fa sempre male, e quando accade sul palcoscenico prestigioso della Champions League, ancor di più. Tuttavia è necessario per onestà intellettuale fare una premessa a qualunque analisi tecnico/tattica, l’Arsenal ieri sera sul campo si è dimostrato più forte del Napoli: più forte nella capacità di approcciare il match (ma c’era da aspettarselo visto che i Gunners sono in Champions da 16 edizioni consecutive), più forte nelle individualità e più forte nelle scelte tattiche.

Da parte inglese sono due le chiavi del match: la prima è la fascia destra d’attacco, la seconda l’organizzazione difensiva.
Quando l’Arsenal recuperava palla il centravanti Giroud si portava nella zona di Britos e Zuniga portando via il difensore centrale, mentre Sagna e a turno uno tra Ozil e Ramsey andavano a prendere in mezzo Zuniga finendo col saltarlo e creare quasi tutte le occasioni pericolose con cross e giocate che venivano chiuse dal lato opposto (il primo gol è il paradigma della partita).
In difesa invece l’Arsenal forte di una condizione fisica brillante è riuscito a tenere per larghi tratti della gara un atteggiamento attendo e perfetto per limitare gli azzurri, con linee di difesa e centrocampo molto compatte e nessuno spazio per centrocampisti e attaccanti del Napoli per creare pericoli.

La partita di fatto è tutta qui, perché se riesci a far bene quello che hai preparato e il tuo avversario no, la gara si mette in discesa come nei piani di Wenger.
Benitez e la squadra hanno perso la gara nell’approccio iniziale: la scelta di Pandev, dettata dal voler appunto fraseggiare palla a terra sfruttando il macedone come regista offensivo avanzato, è fallita perché mai il Napoli è stato in grado di uscire palla al piede varcando la metà campo e aprendo bene il gioco sugli esterni; un approccio molle al match ha generato i due errori individuali dai quali scaturiscono le due marcature e dopo la gara era di fatto finita perché l’Arsenal si è messo in modalità gestione provando a sfruttare le occasioni in ripartenza per trovare altre segnature (in fin dei conti queste occasioni sono state molto limitate). Senza il peso offensivo di Higuain (ma personalmente ho molti dubbi che sarebbe cambiato qualcosa con lui in campo, fermo restando il medesimo approccio al match) il Napoli non è mai riuscito ad avanzare il baricentro.

A guardarla a mente fredda e ripensando alle gare di questo inizio di stagione, la partita giocata dall’Arsenal è molto simile a diverse gare disputate dal Napoli: aggressione degli avversari fin da subito, possesso palla veloce e gol rapidi, poi gestione del match. Questo aumenta i rimpianti per una gara nella quale non si è mai riusciti a far emergere i limiti dell’Arsenal nella lentezza dei due centrali difensivi e nella poca abilità difensiva di Sagna e Gibbs sugli esterni.
Sarà una gara utile alla squadra e a Benitez per comprendere dove si deve e può migliorare con allenamento e organizzazione e dove invece si deve incrementare la qualità degli interpreti, in ogni caso la qualificazione Champions è apertissima, fondamentali saranno le due prossime gare (fuori/dentro) con il Marsiglia.

Andrea Iovene

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