Rubrica di Benitez sul “The Indipendent”: “La squadra deve ancora maturare. Insigne gran giocatore, sta facendo quello che gli chiedo”

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Rafa Benitez ha tenuto la sua quotidiana rubrica sul giornale inglese “The Indipendent”. Ecco quanto scritto da Rafa:

Sistemi, sistemi, sistemi! In Italia tutto si incentra sui sistemi, cosa che non accade negli altri paesi. Il mio Napoli ha giocato 5 partite in Serie A finora e abbiamo affrontato in ogni partita un diverso sistema di gioco, ed alcuni avversari hanno anche cambiato due-tre volte sistema durante la partita. Per coloro ai quali piacciono i numeri, abbiamo affrontato il 5-3-1-1-, il 5-3-2, il 3-5-2, il 4-3-3, il 4-3-1-2, il 4-4-2, il 4-1-4-1, e la sfida di contrattaccare e reagire ai vari sistemi è una gran sfida per ogni allenatore in questo paese. In questo senso, è più una sfida rispetto all’Inghilterra. Tutti quanti sembrano parlare di analisi e statistiche nel calcio e delle filosofie di calcio dei vari manager riguardo il calcio offensivo. Be’, mi dispiace, ma filosofi erano Platone e Socrate. La cosa più importante per vincere le partite per un allenatore è il lavoro fatto sul campo, cercando di aiutare i giocatori ad integrarsi con il sistema di gioco che gli viene dettato. Mai ciò è più vero che in Italia“.

La squadra con la quale abbiamo giocato mercoledì sera, il Sassuolo, è un buon esempio. Contro l’Inter nel weekend il Sassuolo aveva giocato con il 4-3-3 e aveva perso 0-7. Contro di noi, hanno cambiato in favore del 5-3-2 e noi abbiamo pareggiato, non riuscendo a mantenere intatta la striscia positiva del cento per cento di vittorie. Abbiamo dovuto cambiare 4-5 elementi e ruotare i giocatori per tutti i match che abbiamo, ma il Sassuolo era una squadra diversa. Abbiamo avuto il 72% di possesso palla ma nonostante questo non siamo riusciti a fare il secondo goal“.

Le persone alle quali piace pensare che i sistemi contano più delle decisioni giuste prese in campo parlano del possesso palla come se fosse l’unica cosa che conta. Ma basta guardare al Barcellona contro il Rayo Vallecano la settimana scorsa nella Liga Spagnola. E’ stata la prima volta in cinque anni che il Barcellona ha avuto meno possesso dell’avversario (49-51%). Il risultato? Il Barcellona ha vinto 4-0. Ma non fraintendetemi. Sono sempre stato interessato alle statistiche. Io avevo il mio vecchio Commodore 64 per analizzare e controllare il ritmo di lavoro dei miei giocatori tanti anni fa e ho usato tanti programmi per computer per ricavare statistiche. Ma quando sento i manager parlare dei loro progetti, delle loro filosofie ed usare statistiche per creare uno stile di gioco offensivo, io penso che c’è bisogno di essere cauti. Non servono solo le statistiche, servono anche le abilità per fare le decisioni giuste prima, durante e dopo le partite. Questo è il valore di un manager“.

Al Napoli siamo ancora agli inizi, e anche se stiamo lavorando bene e anche se siamo partiti bene, con il nostro record di imbattibilità in Serie A e la vittoria contro il Borussia Dortmund in Champions League, stiamo ancora imparando a diventare una squadra. La maggiore sfida è come allenare i giocatori ad avere a che fare con i vari sistemi che possono fronteggiare, come giocare contro squadre che fanno il 5-3-1-1 o il 4-3-3. Con due partite a settimana, allenandosi e viaggiando, non c’è tempo per mostrare loro tutti i sistemi. C’è bisogno di un grande intelligenza tattica, cosa alla quale alcuni giocatori della Premier League troverebbero difficile ad adattarsi. Dipende da quanto sei bravo come giocatore. Più sei intelligente tatticamente, più sarà facile per te adattarti“.

La nostra vittoria contro il Dortmund ci ha aiutato nella confidenza tra i giocatori e la chiave fu quella di essere pronti a reagire a cosa i giocatori erano costretti a fronteggiare. Il sistema nel nostro San Paolo era familiare e conosciuto dai tifosi inglesi, cioè il loro 4-2-3-1 contro il nostro 4-2-3-1. Ma la chiave fu guardare il modo in cui giocarono la finale di Champions League (contro il Bayern),  la loro intensità e il loro alto ritmo, ed essere tosti, resistenti a quel ritmo e forti in contropiede. Le filosofie e le statistiche sono belle, ma mi piace di più il pragmatismo.”

Voi forse avrete visto un po’ di più dei nostri giocatori, se avete visto gli highlights del match. Abbiamo già parlato di Higuain su queste pagine. Lui aveva bisogno di fiducia e lo stesso per gli altri giocatori. Un altro giocatore che sta ancora imparando è Lorenzo Insigne. Voi saprete il suo nome ora, se avete visto la partita con il Dortmund, grazie al suo goal decisivo da calcio di punizione. Insigne ha viaggiato lontano da Napoli, chiedendosi se ci sarebbe mai stato un posto per lui nel Napoli, questa passionale ed incredibile città dove lui è nato. Lui è stato in tre squadre in prestito, Cavese, Foggia e Pescara, in serie inferiori. Questo è normale: in Italia prestiti come questi sono la prassi. Ora è tornato, un vero ragazzo di strada di Napoli con tutta la passione che ho visto negli Scousers a Liverpool, una città che condivide tante belle cose con la mia nuova città. Lui può ancora migliorare e trovare la calma e la concentrazione nella sua testa. Ma ha mostrato in Champions League che può capire la partita e recepire cosa gli chiedo di fare. Non è sorprendente che tutti a Napoli parlino di lui.

La nostra vittoria contro il Milan a San Siro lo scorso fine settimana, che era la nostra prima lì in Serie A dalla squadra di Diego Maradona nell’aprile del 1986, ha anche contribuito a costruire la fiducia della squadra. La squadra è in crescita, ma è ancora lontano dall’essere al punto giusto di maturazione. C’è la necessità di adattarsi a una nuova mentalità, fare grandi decisioni in partite importanti al momento giusto, nel mentre noi portiamo le giovani leve alla maturazione. Noi abbiamo i nostri piani, ma in questo paese, come altri, abbiamo bisogno di fare di più che fare buone presentazioni power-point o rapporti al proprietario. La realtà per il manager è sapere di calcio e usare ciò per aiutare a prendere decisioni nella partita.

Non mi aspetto che i sistemi siano così semplici come potrebbero sembrare in Champions League. Sarà una grande sfida essere di nuovo in competizione in Inghilterra, giocando contro una grande squadra, l’Arsenal, la prossima settimana. Sarà molto difficile contro una squadra con un grande manager. Nella riunione i nostri allenatori d’elite a Nyon recentemente stavano parlando di come il 4-2-3-1 sia ora il sistema più utilizzato. Abbiamo pareggiato contro l’Arsenal in pre-stagione nella Emirates Cup e anche se la nostra tradizione contro di loro con il Liverpool in Europa è stata buono, dobbiamo essere attenti nel modo in cui affrontiamo questa partita. La partita con il Dortmund è stato soltanto uno risultato. Una notte europea all’Emirates è qualcosa da assaporare. Ma c’è una lunga strada da percorrere“.

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