Turnover sì, turnover no: c’è chi sfoglia la margherita

MertensRafael Benitez ci ha già abituati ad una silente rivoluzione. Addio alla difesa a tre e pronti con i quattro dietro. Tanti sorrisi nel ritiro precampionato, addio ai musi lunghi, stucchevoli alle volte. E poi? Il turnover, questo sconosciuto. Ogni tifoso partenopeo che si rispetti ricorderà i disperati tentativi di Mazzarri di praticare la famosa turnazione di uomini e di menti senza alterare la qualità e quantità del gioco.

21 settembre 2011. Spulciando le pagine delle memoria non si può che ritornare a quel maledetto Chievo-Napoli, esordio “splendido” di Fideleff ed ampio turnover mazzarriano in vista degli impegni di Champions. “Rifarei tutte le mie scelte”  furono le parole di un nervoso Walter dopo la sconfitta ad opera del solito Moscardelli, divenuto intanto vero spauracchio del popolo azzurro. L’ampio turnover svanì lì in occasione di quella sfida andata male.

4 ottobre 2012. La qualità della rosa. Ovviamente la qualità fa la differenza in queste circostanze ed allora siamo di nuovo lì a sfogliare la margherita delle possibilità. Europa League ’12-’13, il Napoli avrebbe potuto ben figurare, con un Cavani ormai divenuto star internazionale e con un Lavezzi in meno. Scelte di scuderia; furono queste le motivazioni accampate in seguito alla seconda uscita stagionale in Europa a far un figuraccia sotto gli occhi di Mertens e compagni. Seppur volessimo, non è possibile dimenticare l’uscita di testa di Rosati al limite dell’aria a regalare il primo vantaggio olandese. Il percorso europeo continuò così, le seconde linee non furono al livello dei titolari.

14 settembre 2013. Di anno in anno, la storia potrebbe ripetersi. Turnover sì, turnover no. Il dilemma si ripropone, gli uomini sono diversi, la qualità è tanta di più, è vero. Il mister arrivato dalle terre spagnole via Londra non ha mai nascosto il suo credo in tal senso. Turnover sì, perchè non si possono sostenere impegni ravvicinati così importanti, perchè non si può lottare e giocare in quindici tutto l’anno, pretendendo prestazioni di livello. Corrono i brividi lungo la schiena dei tifosi assiepati in quarantamila sugli spalti del San Paolo. Quale sarà la formazione stasera? Benitez la nasconde sino alla fine, eccola…turnover confermato. Non ritorna sui suoi passi, conta il minutaggio di ogni singolo elemento lo staff dello spagnolo. Tutto frutto della preparazione certosina di ogni match. Incrociamo le dita.

Fiumi e fiumi di carta. Vince il Napoli al San Paolo. Siamo soli in testa alla classifica, a punteggio pieno e con la testa già alla sfida con i vicecampioni d’Europa. Il turnover ha avuto la sua vendetta. Cambia tanto il mister, ma il Napoli non sembra avvertirlo. Se poi entrano Hamsik e Callejon ed il Napoli sblocca la partita, è forse solo un particolare. Fiumi e fiumi di carta per scrivere e capire se il turnover è cosa italiana. Quello che un tempo era etichettato come il più bel campionato del mondo non sembra andarci d’accordo. Domande e domande sulle scelte iniziali; il mister le dribbla alla grande, sentenziando che magari avremmo segnato anche senza i due “titolari”. E’ vero, la serie A non è la Premier League o la Liga spagnola. Qui c’è gente che si chiude dietro come in un fortino a difendere e colpire in contropiede. Tutto vero, ma la prima è andata. La qualità è differente, è vero ed il mister ha piazzato una stoccata a suo favore. Turnover sì, avanti con i tedeschi e poi a San Siro. Sarà turnover spinto anche lì?

Antonio Picarelli

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