L’editoriale di Raffaele Nappi: “Nel dettaglio c’è Dio. O semplicemente Rafa Benitez”

editoriale_raffaele_nappiNel dettaglio c’è Dio, diceva qualcuno. Oppure, semplicemente, c’è Rafa Benitez. Basta qualche mese passato accanto allo spagnolo per capire di che pasta stiamo parlando, basta osservare i suoi movimenti, basta guardare la calma e la sicurezza che trasmette ai suoi.

Quella di ieri, che ci ha portato in testa alla classifica, è la vittoria del turnover e, allo stesso tempo, la sua sconfitta. Sì, la sconfitta perché ci sono bastati 5 minuti di Hamsik per sbloccare una partita complicata, c’è voluto l’ingresso in campo di Callejon per movimentare la fascia in maniera decisiva. Eppure, il buon Rafa, il suo turnover l’ha fatto, e pure grosso. L’aveva promesso in conferenza stampa: “Sarò coerente”.

Parlavamo di dettagli, intanto, e vi do qualche dato. “Il rischio d’infortunio in un incontro è del 10%, ma si alza al 30-40%, nella partita successiva se passano meno di tre giorni dal precedente match”. Indovinate chi l’ha detto? Ma sì, proprio lui, il buon Benitez, sul suo sito ufficiale. A luglio, infatti, Rafa ha partecipato ad una conferenza all’Empire Theatre di Liverpool, dove si parlava di calcio e di infortuni. Eppure, il neo allenatore azzurro, si è permesso di approfondire l’argimento turnover, attraverso le righe del suo blog personale. Chi l’avrebbe fatto?

Nei primi tempi, il calcio era giocato dagli stessi 11 che scendevano in campo: niente sostituzioni. Col passare degli anni, poi, cominciò a essere accettato il concetto di rotazione. “Il Manchester United vinse il campionato e la Coppa Campioni nel 2007/08 senza mai schierare gli stessi undici di partenza consecutivamente. Il Barcellona di Guardiola del 2008/09 ha fatto una media di cinque cambi tra i giocatoti di partenza in ogni incontro. Non ci sono segreti; ogni squadra che disputa un numero alto di partite deve usare la rotazione per poter mantenere il livello delle prestazioni, per poter creare competizione all’interno della squadra stessa e per evitare infortuni, il tutto per essere in grado di arrivare alla fine della stagione e raggiungere gli obiettivi” – parole di Rafa.

Dicono che nel dettaglio si nasconda Dio, o il Diavolo. Forse, alla fine, non c’è differenza. Ieri Rafa ha vinto la sua scommessa, ma c’è una settimana di fuoco ad attenderlo. E lì, tra diavoli gialli e rossoneri, ci vorrà un azzurro limpido come non mai.

Raffaele Nappi

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