Torna Napoli-Atalanta: l’anno scorso fu la partita della rinascita, quest’anno?

cavani

17 Marzo 2013: risale a quella data l’inizio del percorso che ha portato il Napoli in pochi mesi a vedersi riaperte le porte dell’Europa. Napoli-Atalanta, un soleggiato pomeriggio di metà marzo. La truppa di Mazzarri era reduce da un periodo di chiaroscuri. Quattro pareggi (tra cui anche quello del 1° marzo contro la Juve) e la sconfitta nell’ormai “sfatata” fatal Verona contro il Chievo per 2-0. La piazza, dal sogno scudetto infranto, era passata a dubitare anche dell’accesso alla Champions. Un Napoli spento nelle idee e privo di motivazioni, tale era il Napoli di Mazzarri in quel momento. Fino però a quel pomeriggio. 

Gli azzurri, prima della sosta per le nazionali, dovevano dare un segnale di speranza alla piazza, un segnale di riscossa. Mazzarri schierava la miglior formazione, con De Sanctis in porta, Campagnaro, Cannavaro e Gamberini a comporre il terzetto difensivo, Maggio e Zuniga i laterali, Behrami e Dzemaili a protezione della difesa, ed Hamsik, Pandev e Cavani in avanti. Il San Paolo pieno per trequarti voleva la vittoria a tutti i costi.

E subito il catino azzurro aveva l’occasione di accendersi. Quarto minuto: Marekiaro vede Zuniga entrare in area, lo serve rasoterra e il colombiano viene trattenuto al limite dell’area. Rigore un po’ generoso, ma va bene così. Il Matador Cavani arriva deciso e dal dischetto insacca l’1-0, nonostante Consigli quasi ci arrivi. Le curve impazziscono, la partita sembra mettersi subito in discesa.

Ma per scrollarsi di dosso la negatività ci vuole ancora un po’ di tempo. A dimostrarlo è prima Cavani che, solo davanti a Consigli, lo scavalca con un dolce pallonetto che finisce fuori di nulla, poi la difesa azzurra, che pochi minuti dopo si lascia scappare alle sue spalle Bonaventura. Il numero 10 orobico arriva sul fondo, vede Denis solo al centro dell’area e lo serve. L’argentino riesce nell’impresa di ciccare il pallone e sprecare l’occasione, ma la sfera va a sbattere in faccia a Cannavaro per il più comico degli 1-1. Gelato il San Paolo, che deve assistere ad un finale di primo tempo in sofferenza.

Ripresa che evidenzia una partita bloccata che può essere risolta solo da un episodio. Episodio che accade al 20′. Piove in area bergamasca un pallaccia dalle retrovie, Pandev fallisce l’aggancio e la palla arriva a Cavani, che dimostra in anticipo perchè il PSG lo pagherà poi 64 milioni di euro. Il Matador, in mezzo a quattro difensori, si gira fulmineo col tacco e di destro fredda Consigli sul palo opposto. Golazo e San Paolo di nuovo in euforia. Ma la giostra d’emozioni è tutt’altro che finita.

E già, perchè la difesa azzurra decide ancora di prendersi una vacanza anticipata. Minuto 28′: palla dalle retrovie che imbecca Denis, con il Tanque che scappa con troppa facilità alla difesa azzurra. Arrivato ai 16 metri l’argentino dribbla un goffo De Sanctis in uscita e stavolta non può mancare l’appuntamento col gol personale. 2-2, ancora tutto da rifare. 

A questo punto Mazzarri le gioca tutte: dentro Armero, fuori Gamberini, dentro Insigne, fuori Maggio. La fascia sinistra si infuoca, Raimondi e Giorgi incominciano a dare i primi segni di cedimento. Armero ed Insigne combinano alla grande. Il gol è solo questione di minuti e si concretizza al 37′: Hamsik porta palla ai 16 metri, con un’area affollata all’inverosimile. La palla arriva ad Insigne, vicino al dischetto del rigore. Il Magnifico tenta un dribbling verso la porta, viene anticipato, ma arriva Armero che stoppa e serve subito in mezzo, dove arriva lesto Pandev che non può sbagliare. 3-2! Il San Paolo gioisce ancora, ma sa che mancano ancora 10 minuti. Di sofferenza. Espulsi Bigon e Mazzarri per proteste, la partita finisce in battaglia, così com’è giusto che debba essere una vittoria sofferta. Ed importante, molto importante. Da quel giorno fino alla fine del campionato saranno 7 le vittorie, un solo pareggio e la sconfitta ininfluente alle 38a contro la Roma. 

Da lì parti la rincorsa alla Champions, da qui, domani, si ripartirà per tre mesi di fuoco, tra campionato e Champions. E’ cambiato l’allenatore, sono cambiati tanti giocatori, ma il San Paolo è sempre lì, al solito posto, a spingere gli azzurri ai traguardi più alti. Avanti Napoli!!!

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