Il trofeo che tutti dimenticano, nel ’66 il Napoli vince la Coppa delle Alpi

1236275921216_001Non per fare i veniali, ma non ce ne vogliate se riportiamo in auge un trofeo che è stato escluso dai palmares, estromesso di forza dai curriculum delle squadre che nella loro storia lo hanno conquistato con merito. Sarà anche un trofeo minore, una “coppetta” come la chiamerebbe qualcuno, ma alzare un trofeo è un po’ il sogno da bambino degli amanti di questo sport, per cui non ci rubate questo momento per essere ancora una volta eternamente infantili. Era il 1966 ed i capelloni andavano di moda, mentre a Napoli Sivori e Altafini facevano scintille, portando la squadra al terzo posto in campionato, a giocarsela con le grandi, riuscendo addirittura a vincere la Coppa delle Alpi, all’epoca una sorta di “anticipo” di quelle che saranno poi le coppe europee più prestigiose, la Coppa Uefa e la Coppa delle Coppe, anche se si definisce questo trofeo il progenitore della coppa Intertoto.

Ad ogni modo era una manifestazione che, inizialmente celebrava una sorta di gemellaggio tra squadre italiane e svizzere, che si sfidavano in un girone unico, che premiava la squadra con il maggior numero di punti. Dopo la vittoria di gruppo della prima edizione (inizialmente si premiava la lega federale che racimolava più punti) gli azzurri vinsero il trofeo singolarmente, mettendo a segno un magnifico poker di vittorie sulle squadre svizzere affrontate.

Ecco il resoconto delle gare disputate:

04/06/1966 – (Losanna) – Selez. Losanna/Zurigo (Svi) – Napoli – 0-4 (Altafini (3), Orlando)

08/06/1966 – (Basilea) – FC Basilea (Svi) – Napoli – 2-4 (Altafini (3), Montefusco)

11/06/1966 – (Berna) – BSC Young Boys (Svi) – Napoli – 2-4 (Sivori, Canè (rig), Bean, Gatti)

15/06/1966 – (Ginevra) – Servette FC (Svi) – Napoli 1-3 (Canè, Bean, Montefusco)

Otto punti in quattro gare, primo posto nel girone, alle spalle la Juventus e il Losanna a sei punti. Un successo, il primo in ambito europeo, che sancisce l’ingresso tra le squadre importanti del campionato italiano, un biglietto d’ingresso per gli alti ranghi calcistici che in quegli anni puntavano a rinnovarsi a causa dello strapotere delle “solite noteMilan, Juve e Inter. Negli anni successivi questo evento venne più volte modificato, dapprima nella formula delle squadre partecipanti, quando alle squadre italiane vennero preferite le francesi, a cui si aggiunsero compagini tedesche e belga.

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Nel 1987 si decise di eliminare la manifestazione, anche per i troppi impegni che i tre trofei europei principali richiedevano alle squadre che vi prendevano parte. Resta un successo reso silenzioso dalla mancanza di informazioni circa quest’affermazione della compagine partenopea allora allenata dal mitico Bruno Pesaola, forse nella stagione in cui si prese le maggiori soddisfazioni, a discapito delle successive dove sarà giocoforza costretto a buttar giù bocconi amari. Una vittoria in più per essere orgogliosi degli azzurri, una ragione in più per dire di aver battuto i rivali bianconeri, una piccola soddisfazione di un vittoria in un trofeo che non ha mai avuto grande importanza, ma che è pur sempre frutto di una esaltante cavalcata europea, seppur soltanto in terra svizzera. 

Per essere scrupolosi e fedeli alla linea di cui sopra, un altro trofeo prestigioso al pari della Coppa delle Alpi è stato delegittimato dalle vittorie della storia partenopea, parliamo della Coppa di lega Italo-Inglese che il Napoli vinse nel ’76-77 contro il Southampton, evento di cui avremo il piacere di parlarne prossimamente.

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