Benitez dispone di un Napoli multiforme in tutti i reparti, dopo la sosta parte il turnover

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Time out: la pausa per respirare, per riflettere e intervenire, per risistemare assieme il puzzle e poi osservarlo in ogni suo angolo, persino in quello più sperduto, senza negarsi nulla, men che meno il desiderio di rimescolare i pezzi e ricostruire il Napoli o ritoccarlo. Quando il gioco di fa duro, meglio rimettersi a giocare e incollare il mosaico un pezzettino per volta: perché l‘acido lattico è un nemico da combattere attraverso un turn-over geneticamente modificabile, uno di qua e un altro di là, ossequiando le gerarchie e però non ritenendole sacre. Il tour de force è all’orizzonte, quaranta giorni da attraversare tutti d’un fiato ma procedendo con la cautela imposta da un viaggio massacrante in giro per la Vecchia (cara) Europa nella quale serviranno muscoli e anche fiato: si cambia, e con giudizio, avendo un organico che ha elevato la sua qualità pure in panchina.

Il Napoli che si smonta e poi si ricompone in ogni suo settore ha una varietà di interpreti ai quali Benitez guarda con interesse per concedere (per concedersi) quei cambi utili a dominare quel calendario “impazzito” che spedisce un giorno in campo e l’altro pure. L’alternanza è esercizio praticabile, offerta dalla varietà di protagonisti: e nell’aria, aspettando l’Atalanta, se ne potrebbe avvertire già l’esigenza. Gli esterni (difensivi) sono quattro e però valgono per cinque, avendo Zuniga la predisposizione a giocare da una parte e dall’altra: ma Mesto s’è guadagnato immediata considerazione e Armero ha mostrato pure a Benitez di potersela sbrigare non solo da difensore ma pure da centrocampista offensivo.

Sbizzarrirsi è possibile: Mertens può alternarsi con Callejòn o con Insigne e Pandev, come dimostrato, sa stare alle spalle di Higuain per far riposare Hamsik o può esprimersi da centravanti, come già fatto, e infine può andare a sacrificarsi o a destra 0 a sinistra, come accaduto con il Bologna. La spia rossa in mediana è stata spenta direttamente da Benitez, che nel suo calcio “vede” Albiol o Hamsik come incontristi-registi, dunque mediani buoni per qualsiasi circostanza (emergenza inclusa). Napoli-1, Napoli-2: i titolarissimi sono aumentati.

FONTE: Corriere dello Sport

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