La furia pacata di De Laurentiis: ecco il vero motivo

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Ad arrabbiarsi non è stato solo il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis. No, a infuriarsi è stato soprattutto Aurelio De Laurentiis nel suo ruolo di presidente della Filmauro. Ieri a Castel Volturno doveva andare in scena il primo e unico ciak del suo film di Natale che prevedeva la presenza sul set di alcuni giocatori del Napoli. Ovviamente quelli più prestigiosi.

Un cameo per Hamsik, Reina, Insigne e ovviamente, almeno secondo le previsioni, per Super Pipita. La ferita e la bendatura, però, hanno costretto l’argentino – pagato 38 milioni dieuro – a saltare l’appuntamento. Pochi minuti
di riprese, niente di che: ma il patron azzurro e il produttore cinematografico si sono resi conti che in quelle condizioni Higuain non poteva certo girare un film. Neppure come comparsa. Un bel danno, per la produzione.

Anche perché il Napoli paga i diritti d’immagine dell’argentino in maniera
profumata. E a quel punto De Laurentiis si è reso conto del pasticcio. «Sono qui per incontrare Higuain. Volevo vedere questo taglio che ha sul mento per poter fare causa alla Regione Campania e al Comune di Capri. Ho le scatole piene di non avere dei presidi medici di livello: sono pronto a chiedere 100 milioni di danni per quello che hanno combinato». E a Capri, dopo le sue frasi, esplode la bufera.

Aurelio De Laurentiis è sereno, pacato ma va dritto dritto al punto. Come un bulldozer. E travolge tutto e tutti con parole che non hanno bisogno di sicuro di interpretazioni. «Un attore o un calciatore o una persona qualunque, va in ospedale e non gli sanno mettere neanche dei punti. Appena ho visto la fotografia ho detto ai miei avvocati: chiediamo 100 milioni di danni alle istituzioni da devolvere poi a chi ne ha bisogno. I politici devono avere una lezione. Il sindaco a Capri che ci sta a fare? Il presidente della Regione che ci
sta a fare?».

Boom. De Laurentiis non nomina mai il governatore Caldoro ma è evidente che ce l’ha con lui. Non si sofferma sui dettagli. È una furia: non tanto nei toni quanto piuttosto nei contenuti. Non punta l’indice direttamente contro i medici del Capilupi di Capri, con le modalità con cui l’argentino è stato soccorso, ma con la politica che gestisce la sanità. «A Capri può arrivare una barca con un carico da milioni con un grande personaggio. Se gli succede qualcosa, ma che figura facciamo? Nemmeno in Africa», è l’affondo del presidente del Napoli, come se già non bastasse quello che aveva detto fin a quel momento.

FONTE: Il Mattino

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