L’editoriale di Deborah Divertito: “Che D10S ce la mandi buona!”

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Tra due giorni la prima di campionato. La nostra attesa è finita. Finalmente si torna al San Paolo per andarci a giocare punti,  coppe, scudetti, cose importanti insomma, non coppe d’acqua minerale. Due giorni e i nostri soliti posti in curva si riempiranno di abbracci, discorsi seri da pre-partita, ironie sdrammatizzanti durante la partita, pacche sulla spalla da “ci vediamo alla prossima” e sguardi tesi, ma, speriamo, non troppo. Due giorni e si comincia a fare sul serio. Oggi si sono rimbalzate due interviste belle, che mi hanno fatto venire voglia di avviarmi allo stadio a prendere i posti per il resto della mia famiglia in curva. L’immenso Marek e Higuain. Il primo, sempre più partenopeo, scaramantico e appassionato. Il secondo, argentino, che nomina lo scudetto  senza paura e che vuole vincere dove un altro argentino ha vinto.

Ecco perché lo zapping di ieri in tv ha avuto un non so che di premonitore, benaugurante e anche un po’ nostalgico. Insomma, le immagini e le parole giuste al momento giusto:  Rai Sport Memoria, “La Domenica Sportiva” del 9/11/86. In studio Diego Armando Maradona. A parlare di quale partita? Beh! Juve-Napoli.  Risultato finale 1-3.  Al San Paolo non riuscivamo a vincere e allora la nostra vera partita in casa la facemmo a Torino, dove per una volta eravamo noi i conquistatori e loro quelli che subivano. Diego aveva un occhio nero, fatto da Renica, disse, anche se, pare, che anni dopo Gasperini abbia confessato di essere stato lui da avversario la domenica prima. Fatto sta che era comunque bello come il sole. Il nostro sole, si capisce! Presentava, chiaramente, il grande Sandro Ciotti. Ero lì ad ascoltare come se fosse stato attuale, come se da un momento all’altro ci avesse potuto dire qualcosa di importante per la stagione corrente. Invece, si era lì a cincischiare su roba di più di vent’anni fa. Eppure, pendevo dalle sue labbra, dal suo carisma, come se riuscisse a infondere fiducia anche per quest’anno. Una magia. Un miracolo. Una speranza.

Poi, la domanda. Quella premonitrice, benaugurante e, adesso, anche un po’ nostalgica. “Diego, secondo te, è l’anno buono per il Napoli?”. Era, chiaramente, l’anno buono, ma nessuno poteva ancora saperlo, Diego compreso. Ma io che guardavo la trasmissione ieri, a più di vent’anni di distanza, lo sapevo e allora è scesa una lacrimuccia.

Tra due giorni la prima di campionato, di un campionato in cui un altro argentino parla di scudetto come se fosse quasi un obbligo.  E io quell’intervista a Diego, adesso, la vedo quasi come un sogno in cui ti danno il terno vincente.  Noi napoletani siamo scaramantici, è vero, e, in questo caso, anche un po’ realisti, ma siamo anche dei gran sognatori e appassionati. E allora lasciatemelo dire… 9-11-86 sulla ruota di Napoli e che D10S ce la mandi buona!

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