ESCLUSIVA SN – Capparella: “De Laurentiis persona competente. Società forte dall’inizio del suo regno”

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CAPPARELLA NAPOLI – Per non dimenticare la vecchia guardia. SpazioNapoli.it ha contattato in esclusiva Marco Capparella, esterno d’attacco che dal 2005 al 2008 ha vestito la maglia azzurra, contribuendo alla scalata dalla C alla A.

Marco, che cambiamenti noti nella società e nel progetto Napoli?

Nessuno, la società è rimasta quella che ho lasciato, una squadra forte ed un progetto vincente.

Quando eri al Napoli, le ambizioni erano quelle di tornare in breve tempo nel calcio che conta, oppure è arrivato “tutto e subito”?

De Laurentiis dal primo giorno di presidenza fu chiaro: voleva riportare il Napoli nel calcio che conta e soprattutto in Europa, ed è stato fenomenale. Portare il Napoli dalle macerie a grandissimi palcoscenici è stata una cosa strabiliante, non gli si può criticare assolutamente niente.

Immaginavi che il Napoli sarebbe diventato così forte? Oppure pensavi che ci sarebbe voluto un po’ più di tempo?

Mi aspettavo questa crescita: basta vedere che, al di fuori del primo anno dove credo sia normale che non andammo benissimo perdendo la finale play-off contro l’Avellino, visto che c’era una società totalmente nuova, il Napoli si è sempre migliorato, ha fatto delle stagioni in continua crescita. De Laurentiis è stato bravo in tutto, è una persona competente che non ha sbagliato niente, come ad esempio gli acquisti, tutti azzeccatissimi. Lui così come Pierpaolo Marino.

Parlando di Marino, reputi giusto il suo allontanamento?

Anche lui ha fatto il suo al Napoli e per il Napoli, ha riportato gli azzurri nel calcio che conta ed è tornato ad essere tra i migliori dirigenti italiani. Poi nel calcio niente è mai scritto, ora non so cosa sia successo di preciso ma ci può stare che dopo 4-5 anni si prendano strade diverse.

Parlando del Capparella giocatore, senti di aver toccato l’apice della carriera da giocatore con il Napoli?

No, feci benissimo anche prima, ad esempio con l’Avellino o con l’Ascoli. Credo che nelle grandi squadre come il Napoli bisogna arrivarci quando si ha 26-27 anni, dove sei più giovane ed hai più possibilità di mostrare le tue carte. Per me non fu così, visto che arrivai agli azzurri a 30 anni. Detto ciò, per quanto mi riguarda, nessuno mi ha mai regalato niente, ho costruito tutto basandomi sulle mie forze, e dove sono andato ho sempre fatto bene, salendo di categoria.

Hai dei rimpianti?

No, nessun rimpianto, magari avrei voluto un pizzico di fortuna in più, ad esempio quando ero al Perugia e mi feci male, restai fermo 10 mesi e rischiai di smettere, avevo solo 24 anni e fu un peccato.

C’è qualche giocatore nella rosa attuale del Napoli che ti assomiglia?

Qualcuno del Napoli? No, Capparella è unico (ride, ndr). Scheri a parte, non vedo giocatori del Napoli con le mie caratteristiche, io giocavo puramente offensivo. ed attualmente non vedo giocatori nelle rosa partenopea con queste caratteristiche. Ad esempio Maggio, lui ha caratteristiche difensive, che io non avevo. L’unico al quale forse posso accostarmi, nonostante parliamo di grandi campioni, è Insigne, ma comunque lui è una seconda punta non proprio un esterno. In Italia un giocatore nel quale mi rispecchio è Alessio Cerci.

Intervista a cura di: Francesco Fedele

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