Febbre alta, grazie presidente, ora calma, sangue freddo e…fuori i soliti contestatori

napoli febbre alta DE LaurentiisNapoli febbre alta De Laurentiis / Corsi e ricorsi storici, episodi di eccessivi allarmismi, così come di esaltazioni fuori luogo e vittorie cantate troppo presto. Così è, se vi pare, Napoli. Benvenuti nella terra degli ignari, dei soloni, dei tanti “io l’ho detto a suo tempo” e dei tanti “io lo sapevo già“. Assorbita con estremo sbigottimento la notizia secondo cui il presidente De Laurentiis vuol davvero divertirsi e far divertire i tifosi, a qualcuno non è bastato, non credeva alle sue orecchie e ha ritenuto opportuno minare le scelte della società. Si è cominciato a sentire in giro che quel giocatore è sopravvalutato, che l’altro non è adatto, che l’altro ancora è uno sconosciuto. No, cari signori, questa volta, per ricordare il nome di questa rubrica, “io non ci sto“.

Già, non stiamo al gioco di chi denigra continuamente e deliberatamente le promesse e le decisioni di De Laurentiis, il quale sta dando ampi margini di credibilità, al di là del fattore tecnico che può essere condiviso o meno, può convincere così come non può farlo. Mettere i bastoni tra le ruote minando le idee dei tifosi, continuare a spingere la piazza a vedere le scelte attuate come inadatte al progetto, inadeguate al blasone della squadra, inopportune per chissà quale altro motivo, beh, ci sembra davvero eccessivamente critico senza motivo alcuno, ma soprattutto pericoloso, poiché significherebbe spingere un uomo come il presidente azzurro ad abbracciare una consapevolezza che non ci piace, e cioè quella di dover combattere in eterno con una tifoseria che non è mai davvero contenta e soddisfatta. Siamo d’accordo che i risultati dicono tutto di un progetto, ma appunto per questo non vediamo ragione di punzecchiare questo progetto, partendo da presupposti sconsiderati e inopportuni, trasformando pareri personali in boomerang che minacciano la tranquillità che questa squadra necessità.

Eccola, l’altra nota dolente. Il Napoli di Benitez, da adesso fino a qualche mese, avrà il bisogno fisiologico di assorbire il cambiamento, di tecniche, di stile, di allenamento, di modulo e di protagonisti in campo, pertanto, l’ambiente ha il compito di tenere la tensione al di fuori di tutto, mettendo a proprio agio gli uomini che dovranno, nel minor tempo possibile portare avanti una maturazione post-mazzariana che dovrà necessariamente essere votata a fare un passo in più, e se è possibile, cercare di vincere qualcosa di importante. Sappiamo bene che la tifoseria partenopea, storicamente, non è mai stata la culla della serenità, non è mai riuscita del tutto ad evitare la polemica prematura, quella che delude e rende difficile il recupero, mette in seria difficoltà gli stimoli e diventa un’ulteriore ostacolo sul cammino.

Questo piccolo tassello legato ad un cambiamento di vedute dobbiamo pretenderlo dalla platea azzurra, almeno come si pretende dal presidente che investa il danaro per costruire una grande squadra. In fondo, per essere il pubblico di una grande realtà c’è bisogno di fare lo step necessario per meritarsi un club di prima fascia. Fuori le polemiche inutili e quindi, sangue freddo quando le prime difficoltà (le meno possibili, si spera) si affacceranno alla porta e tutto sembrerà insormontabile. L’entusiasmo non è mai stato l’arma vincente per antonomasia, almeno quanto non lo è mai stato il deprimersi per un periodo no, una serie di risultati negativi, i calciatori che non girano come si sperava. Fiducia in Benitez, questo dovrà essere il principio di partenza in questa stagione, dando ampia credibilità alle scelte che il club ha fatto e farà fino alla fine del calciomercato, evitando il più possibile di chiedere la luna fin dalla prima giornata di campionato. Con questa premessa, con la giusta dose di criticità, con raziocinio e buon senso, anche il popolo partenopeo potrà dire di aver abbracciato la tendenza della società, cioè quella di un club che mira a fare grandi cose, raggiungere grandi traguardi, perché tutti siamo convinti che Napoli merita le vette del calcio mondiale, così come prefissato dall’ambizioso De Laurentiis. Con questi ingredienti, perché porsi dei limiti?

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