Gargano, da motorino tuttofare a pezzo di ricambio

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Da motorino tuttofare a pezzo di ricambio. Potrebbe essere questa la sintesi del percorso calcistico italiano di Walter Alejandro Gargano Guevara. Mediano di interdizione, polmoni d’acciaio, destro naturale con un’innata propensione alla rottura del gioco avversario. Era il 27 luglio 2007 quando il Napoli, appena promesso in serie A, lo prelevava dal Danubio. Sfido allora, un solo tifoso partenopeo che conoscesse quel peperino soprannominato El Mota. Le prime apparizioni in maglia azzurra sono a dir poco esaltanti, il contachilometri va spesso in tilt nel conteggiare il numero di passi mossi dal 23enne sul verde prato del San Paolo o in trasferta, dove il 20 ottobre 2007 firma la sua prima rete in Serie A siglando il momentaneo 3 a 3 contro la Roma, in una sfida al cardiopalma che i più accaniti ricordano ancora. Le successivi stagioni sono altalenanti con periodi ai margini dei titolari e la media voto che si abbassa in modo quasi costante. Per numero di palle recuperate è sempre in cima alla lista dei migliori della serie A, ma spesso nell’impostazione della manovra pecca di errori banali che consentono le ripartenze avversarie. Dopo 199 presenze con la maglia azzurra passa alla corte di Stramaccioni il 23 agosto 2012. Sotto il Vesuvio sembra non avesse più la certezza del posto da titolare dopo l’arrivo del biondo Behrami e così si sposta nella sua vera squadra del cuore dichiarando “…il tifo per l’Inter è iniziato quando giocavo alla playstation…io sceglievo sempre l’Inter..”. Non sono passate inosservate quelle parole ai tifosi partenopei che le ricordano come sassi lanciati alle spalle. Ora è di ritorno qui, con quali prospettive? Certo, un Gargano in panchina potrebbe essere un’arma in più in una stagione sfiancante come quella attende Benitez ed i suoi condottieri. Sirene spagnole (Atletico Madrid) o inglesi (Fulham) sembrano cantare per accaparrarsi il cognato di Marek. Sarebbe necessario un passo indietro, l’accettazione di un ruolo da comprimario in un centrocampo azzurro già ben messo numericamente, ma che non ha tra le proprie fila un motorino instancabile come l’uruguaiano. Intanto domani si torna a sgambettare in quel di Castel Volturno dopo le fatiche della Confederation, saprà il tecnico spagnolo far tornare il sorriso e la voglia di correre alla scoperta di Marino? Ai posteri l’ardua sentenza…

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