Il ritiro dalle domande esistenziali

Se c’è una cosa che non ti puoi assolutamente perdere se vieni a vedere la tua squadra del cuore in ritiro è il ritiro. Non fa una piega. E se c’è una cosa che non devi assolutamente fare, se vieni a vedere la tua squadra  del cuore in ritiro, è pensare di stare in vacanza. Loro fanno allenamento, tu guardi l’allenamento. Loro pranzano, tu pranzi. Loro fanno di nuovo allenamento, tu guardi di nuovo l’allenamento. Loro vanno a cenare, tu puoi andare a cenare.

374383_10201646426541811_817355665_nEbbene, queste fondamentali regole del tifoso, oggi sono state leggermente disattese e me ne scuso. Ma evidentemente la vecchiaia si fa sentire, o semplicemente l’aria di montagna mi sta destabilizzando. O mi sta cominciando a venire il dubbio che gli allenamenti di Benitez siano un po’ troppo flash e non ti dà la possibilità di ritardare neanche per un caffè al volo. Insomma, sta di fatto che nel mio secondo giorno di ritiro avrò visto sì e no un quarto d’ora di allenamento con la palla, dieci giri di campo, due minuti di spiegazioni del mister sui movimenti dei centrocampisti con suoi ampi movimenti di panza  e un paio di giri di corsa lenta prima di andare a sollevare pesi sotto a tendoni nascosti. Siamo comunque tutti d’accordo che quest’anno, a differenza degli altri anni, i giocatori non li vediamo particolarmente stressati, se non ci fosse il sole suderebbero poco e i volti sono più distesi e sorridenti che stravolti dalla fatica. Tutti tranne uno, forse. Zuniga non si sta rilassando molto, perché è dovere di cronaca segnalare un gruppetto foltissimo di tre persone che guidano una discutibile contestazione contro il colombiano. Di certo, invitarlo ad andare a Torino non aiuta il clima di decisione, se decisione esistesse. Fatto sta che essere alla fine del ritiro senza un attaccante di punta sicuro, neanche aiuta il clima di decisione nostro. Decidere se tranquillizzarsi con uno Xanax o bestemmiando in aramaico antico contro qualche divinità esotica. Per quanto riguarda Zuniga, pare che Bigon abbia assicurato, tra un autografo e l’altro, che il giocatore dalle finte più snervanti del campionato resta con noi. Per quanto riguarda lo Xanax, vi farò sapere nei prossimi giorni.

La giornata è finita con lo spettacolo dei comici di Made in Sud, a cui ho assistito non per intero, perdendomi un Presidente che, evidentemente sotto effetto di qualche droga pesante,  ha parlato  di “Comprare, comprare, comprare”. O forse temeva di non uscire vivo dalla piazza. Fatto sta che sulle testate giornalistiche rimbalza la notizia di Higuain. E di questo si è parlato fino a notte fonda al bar sotto casa, tra giornalisti, ex capi ultras, amici e parenti. Tra una torta di compleanno, una birra rossa e una chiacchiera sulla consapevolezza che quest’anno non assisteremo a bel gioco.

E allora vado a dormire e concludo questa giornata fatta di tante pubbliche relazioni con tifosi venuti da ogni dove, ma  che quando gli chiedi da dove vengono, ti rispondono in modo fiero: “Napoli!”, fino a quando il figlioletto vestito d’azzurro non apre bocca e scopri un accento bergamasco o padovano. Vado a dormire, sì, ma non prima di lasciarvi una riflessione: meglio giocare un calcio spettacolare e arrivare secondi o essere noiosi e bruttini e vincere lo scudetto? Ecco. Adesso posso anche chiudere gli occhi e cominciare a sognare.

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