….e Lui scese in campo e lasciò tutti di sasso

4ce6206c9cee3a9a666a05570b8ecbfa_Public_Gallerie_2853_550_800_2Maradona Acerra \ Questa è  storia, non una leggenda. Ci sono le prove, ci sono le immagini, ci sono i ricordi di persone semplici, umili, che hanno visto passarsi accanto un mito. Un campione di calcio e di umanità, forse più rivolta verso gli altri, in particolare verso i bambini, piuttosto che verso se stesso. E lo faceva in silenzio, senza spiattellarlo ai quattro venti per accaparrarsi consensi e stima, Lui non ne aveva bisogno. Quel bambino di Acerra, invece, che aveva di certo bisogno di soldi per consentire la famiglia di pagare un delicato intervento che gli avrebbe salvato la vita, avrebbe sfidato le più disperate imprese che si fossero avvicendate sulla sua strada pur di non cedere alla sorte, un destino cieco che lo avrebbe portato alla morte.

Ed invece, la sfida contro l’impossibile lo vide vincitore. Il papà di quel ragazzino, avendole provate tutte pur di racimolare quella somma necessaria per consentire l’operazione, bussò alla porta dell società azzurra, attraverso Pietro Puzone, ex attaccante azzurro, originario proprio di Acerra,  per chiedere di organizzare un evento che avrebbe potuto raccogliere i fondi necessari. Nulla, non si può fare, troppo rischioso per l’incolumità dei giocatori. Ma proprio uno di essi non fu d’accordo, Il Sig.Diego volle accettare, Puzone, suo intimo amico a quei tempi, gli spiegò la vicenda di quel ragazzino che lo toccò nel profondo  ed allora, in barba a Ferlaino che gli disse di non giocare la gara, idem la sua assicurazione, la quale chiese ed ottenne un indennizzo da Maradona di 12 milioni di lire. Intervennero anche i Lloyd di Londra, altro organo assicurativo dell’incolumità di Diego, che si sentirono dire di non preoccuparsi dell’amichevole, che si sarebbe giocata in un ambiente tranquillo e cordiale.

Fu così che avvenne l’incredibile, in un campo ai limiti della praticabilità, in un ambiente tutt’altro che sicuro, con gente a bordo campo, tifosi delimitati da recinzioni di fortuna, auto all’esterno della rete protettiva, come si vede sui campetti dei ragazzini oppure sui campetti di calcio a 5 amatoriale. Ed invece, su quel campo qualcuno potrà dire di averci visto giocare Diego, che chiaramente, come sempre ha fatto nella sua carriera, non ha mai tirato il piede, nemmeno in quell’occasione, nonostante un campo appesantito dalla pioggia e dal fango. L’incasso fu sufficiente per accontentare le necessità del ragazzino che ha potuto eseguire l’intervento che gli ha concesso di vivere una vita normale. Lui, Diego, in tandem col suo compagno di squadra Puzone, ha fatto sognare una umile cittadina, ha dato la speranza ad un bambino di poter sorridere alla vita, insomma, è sceso in mezzo alla povera gente per mettere un piccolo tassello che ha di certo dato una speranza in un futuro migliore, grazie alla sua generosità mai interessata, ma soprattutto grazie a quello spirito libero che non ha concesso a chicchessia di mettersi a sindacare su di un gesto che ha sentito il dovere di fare, senza fare storie, senza chiedere la luna, mettendosi nelle mani di un’organizzazione abbastanza approssimativa poiché i mezzi erano quel che erano, e trasformando una semplice partita amichevole in uno show business con il fine una nobile causa che ancora oggi rimane nel cuore della gente. E’ infatti un’impresa vedere un grande campione “sporcarsi” la maglia per scendere in campo in una struttura di fascia decisamente bassa, mentre è più semplice aderire a quelle partite comode, pur sempre redditizie ai fini umanitari, ma che spesso destano più di qualche dubbio per la gestione dei fondi raccolti e per tutto ciò che ruota intorno all’evento, il più delle volte reso possibile da un lauto compenso detratto proprio dagli incassi inizialmente destinati ai bisognosi di turno.

Rimarrà memorabile il riscaldamento prima di cominciare a giocare, tra le auto parcheggiate all’esterno, persone che si avvicinano incredule, urla di tifosi ad un metro di distanza che gli dicevano le più disparate frasi, esterrefatti al cospetto del più forte di tutti . Senza ombra di dubbio la figura dell’uomo-Diego è da analizzare ed è certamente ricca di controversie, tanti sono gli errori commessi e altrettanti sono stati i gesti che hanno lasciato il segno, ma quel giorno ad Acerra rimarrà storia, una storia indimenticabile che oggi avrebbe bisogno di essere raccontata. Ma lui non vorrebbe, così come quasi tutti non volevano che scendesse in campo… e Lui scese in campo e lasciò tutti di sasso…”c’è Maradona, ragazzi, non credo ai miei occhi”…

Ecco il video di quella giornata memorabile:

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