Da Mazzarri a Benitez: come cambia il Napoli dentro il campo

rafa_benitez (2)Qui Mazzarri, a te Benitez. Una settimana e poi a Castel Volturno primo giorno di scuola per gli alunni del professore di spagnolo. Dopo quasi quattro anni si cambia registro e allora sarà necessario un corso accelerato di 4-2-3-1. “Non saremo schiavi del modulo – ha detto Benitez – ma ripartiamo dal sistema di gioco che mi ha regalato tante soddisfazioni”. Dunque, una rivoluzione copernicana rispetto alla gestione precedente che aveva come dogma la difesa a tre e codici ormai mandati a memoria dai singoli interpreti.

Spostamenti Ovviamente, sarà innanzitutto la retroguardia a mutare atteggiamento. Il caso più emblematico è quello di Zuniga che Mazzarri si era inventato esterno sinistro di centrocampo. Adesso, il colombiano tornerà a fare il terzino, come a Siena, magari sulla destra. Lì sarebbe in ballottaggio con Maggio, un altro laterale di Mazzarri che con Benitez giocherà da difensore di spinta. Succede già in Nazionale, ma anche Prandelli ha riconosciuto come Maggio si esprima meglio in posizione più avanzata. Discorso simile per Armero, che Benitez vede come terzino sinistro della linea a quattro nella quale Cannavaro e Britos agiranno uno di fianco all’altro. Per il capitano, abituato negli ultimi sette anni a stazionare un passo dietro rispetto ai compagni di reparto, sarà un po’ come tornare al passato.

Consacrazione Molte cose cambieranno anche più avanti. Behrami era il frangiflutti di Mazzarri davanti alla difesa, ora agirà da mediano con il compito di andare a chiudere sulle corsie esterne. Insomma, non ci sarà più soltanto un uomo a protezione della retroguardia, ma due interni con facoltà anche di impostare l’azione. Hamsik, invece, agirà qualche metro più avanti. Un po’ più «10» e un po’ meno «8» con la sua consueta duttilità tattica. Chi confida, infine, in Benitez e nella nuova disposizione tattica del Napoli è Insigne. Al pari di Pandev, infatti, non verrà più impiegato da seconda punta con le spalle spesso rivolte alla porta, ma come esterno d’attacco col compito di partire da sinistra per accentrarsi e puntare l’area. Movimenti simili a quelli che gli chiedeva Zeman a Foggia e col Pescara. Con lui è cresciuto, con Mazzarri è maturato, ora aspetta da Benitez e dal suo 4-2-3-1 la definitiva consacrazione.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

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