L’editoriale di Raffaele Nappi: “Aurelio De Laurentiis, fenomenologia di una star”

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Aurelio De Laurentiis –  Diciamocelo, non ci fa mai stare tranquilli. 

Dal 2004 a oggi ne è passata di acqua sotto i ponti, eppure le sorprese non sono mancate. Dalla Filmauro el Napoli il passo è stato breve. Troppe volte si è arrivati quasi a confondere la realtà con il cinema, la finzione con il dolore.

Eppure, Aurelio De Laurentiis non ha fatto mai un passo incerto. Sempre deciso, quasi sempre chiaro. Quasi mai in riga. Scatenato, giulivo, sorprendente, determinato, a tratti osceno (ma di quell’oscenità che fa piacere al napoletano ndr).

L’abbiamo visto esultare come un pazzo dalla tribuna vip, l’abbiamo visto gonfio nel suo giubbottino azzurro anche in primavera (perché portava fortuna). Lo abbiamo ascoltato nei suoi discorsi, a tratti deliranti, e mai banali.

Dalla presentazione in crociera alla maschera di Gokan Inler, dalla festa al San Paolo per accogliere Pandev fino al pullman scoperto per la Coppa Italia. De Laurentiis, l’ho sempre detto, rappresenta il napoletano ideale per il popolo azzurro. E’, era e sarà quello che ci vuole in questa piazza.

Ora, con la scelta di Benitez, il passo più duro: imporsi ai grandi d’Europa. Non sarà facile, lo sappiamo bene. D’altronde nessuno si è seduto al tavolo col mondo da un giorno all’altro.

Di una cosa, però, siamo certi. Col Presidentissimo non ci si annoia mai.

Raffaele Nappi

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