21 giugno 2013: è arrivata l’estate, è arrivato Benitez

editoriale_luciana_esposito21 giugno 2013: è arrivata l’estate.

A Napoli, insieme all’estate, è arrivato anche Benitez.

L’estate è la stagione più attesa da queste parti, quella che rende possibile la massima espressione dell’indole spensierata e solare di questo popolo e che consente di vivere al meglio del suo potenziale la città, in tutte le sue variegate e dissimili sfumature.

E’ la stagione nella quale la gente di Napoli maggiormente si identifica e quella nell’ambito della quale riesce a conferire il più aggraziato e fulgido corpo al sentimento di libertà sul quale si fonde l’anima di questa stirpe.

L’estate a Napoli non è una stagione, ma uno stato d’animo.

L’incipit di quest’estate, conglomerandosi con l’avvento di Benitez, conferisce sapore, significato, valore ed accezione di senso disparati all’intero proseguo della stagione, delineando in maniera assai marcata un destino che funge da preludio al sentore che quest’estate è destinata ad essere annoverata tra le più incandescenti e pregnanti della storia del Napoli.

Ciò che concorre ad arroventare il clima, all’ombra del Vesuvio, non è soltanto quell’incandescente palla di fuoco collocata tra sogni e cielo, ma anche e soprattutto il fermento di orgoglio ed intolleranza che ribolle nelle vene dei napoletani, sfociato in riluttanza verso “la soap opera Cavani”, come hanno inequivocabilmente palesato gli striscioni affissi in città, poco prima dell’approdo del nuovo tecnico azzurro.

Napoli è pronta a sradicarsi con decisa veemenza il diamante più pregiato incastonato nella sua corona, giacché egli denota effimera e sterile volontà di fungere da perno portante della massima espressione dei sentimenti di riscatto, rivalsa, affermazione e trionfo del popolo che è chiamato a rappresentare.

Chi non crede in Napoli, non merita l’abbraccio di Napoli.

Questa terra ed il suo popolo non sono disposti a perdonare chi si nasconde dietro un paio di vistosi e cupi occhiali, pur di non farsi guardare negli occhi per non lasciar carpire le intenzioni e le volontà che in essi vi sono celate.

Questo Mister Benitez lo ha compreso fin da subito.

L’atteggiamento di curioso e decoroso rispetto con il quale si è immediatamente approcciato con la realtà partenopea, lo suggella in maniera nitida.

Presentazione_Benitez_1“Napoli è un club che è più di un sentimento”. Ha dichiarato poco dopo aver assaporato le prime boccate d’aria partenopea.

“Sono molto contento perché ho visto la città, ho visto i tifosi, tanti mi hanno parlato benissimo della squadra. E’ una squadra forte, che vuole crescere”.

Queste, invece, sono state le prime parole che l’ex allenatore dei Blues ha pronunciato ai microfoni del centro sportivo di Castel Volturno.

I tifosi mi hanno detto di andare a Castel Dell’Ovo o a visitare il Cristo. Io sono spagnolo e siamo molto simili dal punto di vista caratteriale. Sarà molto facile per me capire la mentalità napoletana e, qualora ci riuscissi, sarei anche in grado di capire quali giocatori sarebbero in grado di entrare in questo contesto. Si vede che qui la gente ha passione per il calcio e questa passione non è una cosa normale in tutte le società. Qui tutti parlano di calcio, aspettano la domenica come l’aspetto io. Per cui, se tutti ci mettiamo sulla stessa lunghezza d’onda, potremmo davvero fare bene sin dall’inizio e vincere tutti insieme”.

Consapevole, entusiasta, motivato, asseverativo, risoluto e determinato.

Senza alcun dubbio, è l’allenatore e l’uomo di cui Napoli aveva ed ha bisogno.

Le sue parole, unitamente alla solida e scarna umiltà di cui sono intrise, plasmano la certezza che, insieme all’estate, lo scorso venerdì, a Napoli è iniziata una nuova era…

Luciana Esposito

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