Comincia il secondo ciclo dell’era De Laurentiis, le linee guida del Napoli 2.0

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Si è concluso un primo ciclo dopo otto anni: con Benitez ne inizia un altro. Un altro dove sia Rafa Benitez che il Napoli inizieranno un viaggio diverso, che dovrà avere anch’esso una sua programmabilità e non essere impostato soltanto per vivere alla giornata. Noi non siamo interessati al risultato di oggi, ma a quello di domani e dopodomani”.

Con queste parole, le prime pronunciate dal patron nella conferenza di presentazione di Rafa Benitez, è ufficialmente cominciato il secondo ciclo dell’era De Laurentiis. Il numero 1 azzurro ha voluto chiaramente dare un valore a queste parole, dando loro la precedenza.

L’arrivo dello spagnolo sulla panchina significa in primo luogo internazionalizzazione del progetto, cosa che a primo impatto si sta già notando dai possibili acquisti, provenienti da Francia, Spagna, Inghilterra, Olanda (Mertens) ma non Italia. Quindi uno sguardo più ampio al mercato. In secondo luogo, laprogrammabilità“, concetto che non riguarderà più i risultati ma la gestione tecnica in toto, mettendo in secondo piano risultati, almeno nell’immediato. Non più le famose “finali” di Mazzarri, non più una visione a breve-medio raggio, ma un indirizzo tecnico che possa portare il Napoli, nei due + uno anni del contratto dello spagnolo (e si spera anche oltre), a consolidarsi finalmente tra le grandi d’Europa.

Ma consolidarsi in che modo? Ovviamente la qualificazione in Champions League sarà ogni anno la base per qualsiasi discorso di crescita (“Vorrei una Champions League allargata a sei squadre per nazione“, un altra delle stilettate del patron nel suo show di venerdì, chiaro segnale che gli introiti diretti ed indiretti della Champions sono vitali), mentre tutto il resto, cioè scudetto e Champions ad alti livelli (quarti in poi) non lo si può certo programmare. Lo stesso Benitez, da saggio uomo di calcio qual è, si è tenuto alla larga con grande attenzione dal benché minimo proclama, sapendo che il lavoro tecnico e tattico che lo attende è lungo e, soprattutto, non è neanche iniziato.

Tutti questi concetti si sposano alla perfezione con la fiducia quasi incondizionata che il patron e Benitez ripongono nell’efficacia del Fair Play Finanziario (il quale nome Rafa si sforzava di ripetere sempre anche in italiano durante la conferenza). E’ su questo punto, quello nodale del progetto Napoli, che presidente e allenatore sembrano già essere in totale sintonia di vedute. Sia l’indirizzo societario che quello tecnico sembrano calibrati verso un punto lontano, ambizioso, ma che dovrà essere raggiunto tramite un costante “crescere” in entrambi gli ambiti. I risultati che contano non sono quelli di oggi, ma quelli di “domani e dopodomani“.

Ci si attendeva una conferenza piena di colpi di scena, tra annunci di calciatori e chissà cos’altro, ma il vero colpo di scena da mettere in evidenza è che il Napoli, ancora una volta, sembra aver compiuto il passo in avanti (lo “step” di quagliarelliana memoria) quando serviva, con l’arrivo sulla panchina di un manager come Benitez (nonostante Rafa dica che farà solo l’allenatore, la sua visione a 360° del calcio maturata in Inghilterra di certo non verrà ignorata) e la partenza di un allenatore come Mazzarri. Il pallone è rotondo e non si possono sempre prevedere le traiettorie che prenderà, ma questo Napoli sembra stia acquisendo gli strumenti per farlo andare nella direzione che vuole. E scusate se è poco.

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