L’editoriale di Luciana Esposito: “e non finisce mica il cielo”

editoriale_luciana_espositoFin dall’incipit del “toto-Mazzarri”, ogni volta che m’imbattevo in quel districato ed incerto groviglio di nodi ed ipotesi che lasciavano presagire ad suo probabile addio, ma anche quando, poi, quelle illazioni hanno trovato tangibile e chiaro riscontro nella realtà, in una concreta ed oggettiva realtà, in maniera del tutto spontanea, puntualmente, mi riecheggia in testa “e non finisce mica il cielo”: canzone interpretata dalla sopraffina ed eterna voce di Mia Martini.

“E non finisce mica il cielo, anche se manchi tu.”

Impossibile pensare che un cielo azzurro come quello di Napoli, capace di subire, affrontare e superare gli addii dei raggi di sole più abbaglianti che ne hanno guidato ed illuminato vittorie e giorni di gloria, possa sbiadire ed offuscarsi perché manca Mazzarri.

“Sarà dolore o è sempre cielo, fin dove vedo. Chissà se avrò paura o il senso della voglia di te. Se avrò una faccia pallida e sicura, non ci sarà chi rida di me.”

Smarrimento, timore, destabilizzazione.

I sentimenti che, non appena lo stesso Mazzarri ha annunciato la fine del suo rapporto con Napoli ed il Napoli, hanno preso corpo, costituendo le nuvole che hanno prevaricato la scena del cielo partenopeo per svariati giorni.

Lo sgomento che affianca un addio, il tremore insito nel rimpianto, l’incertezza legata al futuro, la suggestione che questa mutata realtà possa comportare di dover andare incontro a qualche scivolone che induca “i signori del Nord” a deridere e schernire i colori azzurri e ridere dei suoi tifosi.

“Se cercherò qualcuno per ritornare in me. Qualcuno che sorrida un pò sicuro che sappia già da sè che non finisce mica il cielo e se è la verità possa restare in questo cielo, finché ce la farà.”

Parole di speranza che, nei giorni conseguenti all’addio di Mazzarri, barcollavano smarrite nel buio, in attesa di afferrare e rilevare una tangibile e concreta materialità in un nome.

Oggi sappiamo che il nome è quello di Rafael Benítez Maudes o più semplicemente “Rafa“.

A lui De Laurentiis ha consegnato le chiavi di quel cielo che funge da tetto della città di Napoli, a lui spetta dispensare sorrisi e direttive che imprimano sicurezza al popolo in essa domiciliato ed arricchirne la sconfinata e pretenziosa superficie di stelle, onori ed allori.

“Finchè ce la farà”.

In attesa di scoprire quale melodia meglio rispecchia ed interpreta indole e virtù del nuovo allenatore napoletano, possiamo solo auspicare che il cielo di Napoli, azzurro come i colori che ne incarnano fede ed ideali, possa fungere ancora da prodigioso e fiero palcoscenico, verso il quale, gli interpreti del Napoli che verrà, possano protendere i trofei, le vittorie e le rivalse di cui, questo stesso cielo ed i suoi condomini, sono perennemente affamati.

Luciana Esposito

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