Napoli, come si cambia con Benitez?

Roma-napoliAnche lui ama parlare tanto di tattica nello spogliatoio. Magari aiutandosi con il computer e servendosi del programma da lui brevettato e rivolto agli aspiranti-allenatori. Ma per Don Rafael non sarà difficile far assimilare il nuovo modulo ai nuovi allievi. Il Napoli già si schierava con una difesa a quattro. Lo faceva, però, solo in determinate circostanze: a) quando non riusciva a sbloccare il risultato; b) o quando era costretto a rimontare. Uno degli esterni, Maggio o Zuniga, si abbassava mentre l’altro si spostava a centrocampo per un quattro-tre-tre; o uno dei difensori centrali usciva per far posto ad un attaccante ed un centrocampista offensivo, in modo da sfruttare il fattore-sorpresa aumentando il potenziale d’attacco. Insomma, l’ex tecnico del Chelsea non dovrà partire dall’abc; troverà calciatori pronti a memorizzare i nuovi movimenti; elementi, tra l’altro, che in passate esperienze si sono già cimentati in uno schema simile. Difensori e centrocampisti; esterni ed attaccanti. Almeno quindici pedine su cui fare pieno affidamento: da Cannavaro a Britos; da Maggio a Zuniga; da Hamsik ad Armero; da Pandev a Insigne. Per non citare, due possibili rientri che potrebbero fare alquanto comodo come Fernandez e Cigarini. Insomma, Benitez, senza contare i nuovi innesti, può lavorare su un organico solido, collaudato, eclettico, nonché malleabile.

IN DIFESA – Fermo restando che dovrà arrivare un elemento di spessore per trasmettere personalità al reparto e che forse Gamberini e Zuniga partiranno, il Napoli dispone di Cannavaro, Britos, Maggio e Armero. Per il capitano, non c’è alcun problema a calarsi nel nuovo ruolo. Anzi, smania dalla voglia di dimostrare a Prandelli che sa districarsi anche in una difesa a quattro. Britos, invece, a Bologna si era messo in luce proprio giocando accanto all’altro centrale se non addirittura da esterno basso. Maggio, inoltre, in Nazionale si dedica più alla fase difensiva che a quella offensiva. Per non citare Fernandez che ha sempre agito in una linea a quattro prima di arrivare a Napoli, guadagnandosi anche convocazioni nella Selecciòn Albiceleste. Infine Armero. Nell’Udinese ha giocato alcune volte da esterno sinistro di difesa anche se la fase passiva non è il suo forte. Molto meglio Zuniga, specializzatosi a sinistra ma destro naturale in una difesa a quattro, come appunto giocava nel Siena. Ecco perché la perdita di Zuniga risulterebbe sicuramente più dolorosa di quella di Campagnaro. Insomma volendo ipotizzare una difesa di Benitez con i giocatori attualmente in organico, potrebbe essere questa, da destra verso sinistra: Maggio-Cannavaro-Britos-Zuniga o Armero, con Fernandez, prima alternativa al centro. Ma si sa che il Napoli è sulle piste di un difensore nuovo. Skrtel del Liverpool?.

CENTROCAMPO E ATTACCO – Don Rafael ama giocare con due centrocampisti centrali e poco più avanti con tre incursori capaci di interpretare le due fasi di gioco con apprezzabile elasticità. Per i primi due, sia Behrami che Inler sarebbero in grado di interpretare il ruolo, specie se avranno minori spazi di campo da coprire. Ma anche qui è previsto l’arrivo di un nuovo elemento, senza tralasciare il rientro di Cigarini. Meglio attrezzata, invece, risulta la linea dei tre assaltatori, piazzati alle spalle dell’unico attaccante. Il Napoli può disporre di Hamsik, devastante quando può partire da posizione centrale, in agguato tra le linee; di Insigne, che con Zeman ha disputato ben due campionati da esterno alto in un quattro-tre-tre; di Pandev, fuoriclasse indiscusso quando è al top, già cimentandosi sul centro destra; e di Dzemaili, rivelatosi micidiale con i suoi inserimenti a sorpresa in fase d’attacco.  Ma Benitez s’aspetta un esterno ancora più esplosivo e con esperienza internazionale. E per questo ha consegnato una lista di tre-quattro nomi tra cui c’è anche Meireles del Chelsea, mica uno qualunque.  Per la punta avanzata, infine, anche il neo tecnico del Napoli, come del resto tutti i tifosi, spera di fare affidamento su Cavani. Lo conosce, lo apprezza, aspetta di parlargli nella stessa lingua per convincerlo a restare. Altrimenti il Napoli dovrà orientarsi su un altro attaccante, magari con altre caratteristiche ma capace di capitalizzare quel tourbillon che ha in mente di creare Don Rafael alle sue spalle, non solo con i tre fantasisti ma anche con qualche raddoppio, previsto con l’inserimento ad hoc di uno dei quattro difensori.

Fonte: Corriere dello Sport

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