Il “Mago”, allenatore senza mezze misure, con il suo computer e il suo amore per l’Italia

rafa benitez

La mentalità è quella del manager all’inglese. Con una voglia matta di fare la lista della spesa e, magari, pure di contattare per conto suoi giocatori di cui è interessato. Rafa Benitez è un aziendalista, vero. Ma a modo suo: perché ha personalità, è coraggioso e pragmatico. In Italia ha avuto una esperienza durata appena sette mesi, all’Inter: dopo aver vinto il Mondiale per club ed essersi lamentato per tutto l’autunno del mancato arrivo di Mascherano e Kuyt, lanciò a Moratti, il suo presidente, una specie di oltraggioso ultimatum: «O mi date quattro acquisti entro il 29 dicembre o me ne vado». La richiesta apparve a tutti come un vero ricatto psicologico nei confronti della società. Che lo mandò via. Con tanto di liquidazione. Benitez ama scrivere in continuazione a mano sui foglietti nel corso della gara ma conserva da circa otto anni una impressionante mole di dati nel suo computer. Una tale quantità di elementi da averlo costretto a brevettare un software con cui riesce a capire lo stato di forma dei suoi atleti dopo aver spinto il tasto «invio».

Dicono, anche con un pizzico di ironia, che la formazione la fa proprio in base a quello che è il responso del pc, di cui si fida ciecamente. Forse anche un po’ troppo. Rafa conosce l’italiano da anni: lo ha fatto per amore del nostro calcio fin dai tempi in cui Arrigo Sacchi allenava il Milan prima e la Nazionale azzurra poi. Una sorta di adorazione per il maestro di Fusignano. Poi è rimasto incantato da Carlo Ancelotti, che poi beffò nella finale di Champions a Istanbul nel 2005. Va spesso in Sardegna per le sue vacanze ma una volta disse che desiderava andare a Capri e sulla costiere sorrentina. E ha dato un nome italiano alla due figlie, Claudia e Agata, avute dalla moglie Maria de Montserrat, laureata in giurisprudenza che guida anche una Fondazione che porta il suo nome. È fissato con i dettagli e con le diete: non perdona i giocatori in sovrappeso. A quelli del Valencia eliminò da un giorno all’altro gelato e paella, a quelli del Liverpool la birra. Con lui è vietato masticare chewing gum: dice, convinto, che sia poco dignitoso. Rafa inizia la carriera nella cantera del Real. Nel frattempo si laurea in Educazione fisica a Madrid e passa anche alcuni esami di Medicina. Ha un soprannome, il Mago. Altri interessi, gli scacchi. E poi la pallacanestro.

FONTE: Il Mattino

 

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