L’editoriale di Alessia Bartiromo: “Il secondo posto, un sogno per noi giovani, un fallimento per i veterani”

editoriale_alessia_bartiromoNapoli secondo posto | Stadio San Paolo, domenica 12 maggio ore 14. Ho fatto tardi, causa incidente sulla Tangenziale e mi appresto ad entrare nel tempio del calcio di Fuorigrotta per l’ultima gara stagionale. Nonostante all’interno sia già iniziata la festa Champions, sono triste con la consapevolezza che le mie domeniche saranno vuote e senza senso prive dello sport che più amo al mondo, il calcio, ed in particolar modo quello tinto dell’azzurro del Napoli. Durante la fila ai controlli degli steward è palpabile l’atmosfera, si sente in lontananza la musichetta della blasonata competizione e come previsto i miei occhi, celati dagli scuri occhiali da sole, luccicano di gioia. “Finalmente passerò tanti mercoledì seduta sul divano o, ancor meglio allo stadio, continuando a gremire il mio bagaglio di ricordi ed emozioni tutte europee” penso, con un ghigno di rara soddisfazione. Poco dopo entro, il tempo di scambiare qualche chiacchiera tra amici ed “ascoltare” il discorso del Presidente De Laurentiis a centrocampo (“ascoltare” è una parola grossa, l’impianto audio dello stadio non ha permesso di captare nessuna frase intera e comprensibile bensì unicamente captare qualche parola chiave come “vincere”, “Champions”, “futuro” ndr), che inizia il lungo spettacolo pirotecnico. Un po’ esagerato a dire il vero, sembrava davvero che avessimo vinto qualcosa di importante. Sembrava per un attimo di essere i primi in classifica ma nonostante l’atmosfera illusoria, ero affascinata da ciò che avevo davanti, cosa che i miei occhi non avevano mai visto. Chi lo sa come si festeggia uno scudetto o un secondo posto: ero ancora in fasce per ricordarmene e mi godo questa festa di luci, suoni e colori che è entrata di diritto tra le emozioni più belle che ho vissuto al “San Paolo”.

Lunedì 13 maggio ore 19.40. Sono in auto con mio cugino e mi imbatto nel solito amarcord tra tifosi di diverse generazioni. Inizia lui: “Ero presente a tutte le partite di Maradona ai tempi dello scudetto. Ricordi il gol di testa? Ero sotto la curva. E quello al Verona? Ero proprio lì alle sua spalle. E le gare contro Juventus e Lazio? Sempre presente”. Rispondo io soddisfatta: “Napoli-Cittadella presente, Napoli-Salernitana presente, Juve Stabia-Napoli presente, Napoli-Sambenedettese sempre presente!” Sono queste le mie soddisfazioni. Risponde lui, un po’ ferito nell’orgoglio: “Ho capito tu come la pensi, sei soddisfatta del secondo posto. Per me è un fallimento. I secondi sono i primi degli ultimi, nella storia dello sport solo il primo viene festeggiato ed idolatrato, gli altri sono dei perdenti. Il Napoli aveva a disposizione una stagione a proprio favore e purtroppo senza altri impegni dall’inizio del 2013 per concentrarsi all’aggancio della Juventus impegnata poi in Champions e non ci è riuscito, per me questa stagione è stata un fallimento totale. Non abbiamo vinto niente: almeno la Lazio nella gestione Lotito ha conquistato Coppe Italia e Supercoppe”. Molti purtroppo la pensano così e questo ragionamento mi trova d’accordo solo in un dato: l’esclusione dalla Coppa Italia e dall’Europa League per come sono avvenute mi brucia ancora. Nonostante ciò però, per me il secondo posto è un traguardo davvero storico, considerato gli alti e bassi di questa stagione, una rosa in alcuni ruoli ancora carente, delle seconde linee non all’altezza dei titolari, una piazza esigente e che mette costantemente pressione. Eppure in alcuni sostenitori c’è malcontento. Come mai? Ecco che mi si apre un mondo. “Tu parli così perché hai già visto vincere due scudetti. Sai cosa si prova, la gloria del vincitore, la scalata verso la vetta. Io non lo so e per ora, dopo anni di fallimenti, classifiche mediocri e sconfitte, continuando a ribadire però il “per ora”, il secondo posto è come se fosse già il primo. In quanto alla Lazio, spero che il Napoli sia sempre una società sana e che svolga ogni anno la Champions puntando anche alla vetta, piuttosto che accontentarsi costantemente di altri tipi di Coppe più raggiungibili”. Lui annuì. L’ipotesi infatti, era giusta: gli stessi che tendono a criticare, sono i tifosi più maturi che ben sanno che la gioia per un tricolore è tutt’altra cosa.

Io, a differenza loro, ho pazienza: ho visto una società rinascere dalle ceneri, crearsi dal nulla  e tornare ad imporsi solo con le proprie forze nel calcio che conta e so, anzi, sono fermamente convinta che quanto prima questo secondo posto diventerà primo. Non è poi così facile come sembra, devono incastrarsi alla perfezione una serie di elementi: fortuna, motivazioni, il tecnico giusto, la squadra perfetta, un calendario complice, le avversarie che mollano un po’ la presa. Sarebbe stato bello concludere un ciclo con la vittoria di un trofeo ma ci sarà tempo. Molto dipenderà da cosa succederà nei prossimi giorni, dal mercato estivo e dalle intenzioni del patron De Laurentiis ma una cosa è certa: anche i secondi posti aiutano a crescere e sono iniezioni di ottimismo, amore, continuità e positività verso il futuro. Tutto ciò che verrà dopo poi, sarà ancora più bello e sicuramente altrettanto indimenticabile.

Alessia Bartiromo

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