Cronaca di una giornata di (stra)ordinario giubilo

Stasera tutti al San Paolo: il record di presenze stagionale rischia di crollare

Un turbinio di emozioni, colori, fuochi e speranze. La festa Champions ha accompagnato l’ultima vittoria del Napoli al San Paolo e proprio il catino di Fuorigrotta è stato il protagonista assoluto del party, un po’ americano, molto napoletano. Con un unico denominatore comune: i cori e gli striscioni che hanno implorato Cavani, innanzitutto, di continuare la sua avventura in azzurro. «Edi resta con noi, continuiamo insieme il nostro sogno azzurro» e «Cavani resta per vincere lo scudetto» sono solo due delle decine di messaggi provenienti dagli spalti. La grande festa Champions inizia però alle 14: il boato è per Cavani, ma anche Hamsik e Mazzarri ricevono standing ovation. Il clou pochi minuti dopo: alle 14.25 l’ingresso in campo della squadra viene accompagnato dalla musichetta della Champions (che risuonerà per altre tre volte), e il coro «The Champiooons», marchio di fabbrica del San Paolo, è da brividi. L’arringa di De Laurentiis infiamma la folla, definitivamente conquistata dallo spettacolo dei fuochi pirotecnici (in tutto 16 batterie lungo tutto il campo), il cui start up viene dato dal presidente con un conto alla rovescia. I fuochi si librano in cielo a ritmo di musica, gli ultimi portano con sè il colore azzurro. La società ringrazia il pubblico con due striscioni enormi posti nell’anello inferiore dei distinti: «Grazie a tutti voi». Al fischio d’inizio vengono esposti gli striscioni più eloquenti. Inizia la Curva A con un lungo messaggio: «Splendida annata, entusiasmante cavalcata, che funga da buon auspicio per voi questo intenso battimani, guerrieri oggi, campioni domani». E a margine: «A tua difesa». Di rimando la Curva B: «2012-2013 è doveroso ringraziarvi, 2013-2014 obiettivo vincere». A fine partita la curva A promette: «Vigili sulla programmazione». A fine partita Mazzarri invita con forza i suoi ragazzi a fare il giro di campo di saluti. È il giubilo, mentre il dj del San Paolo Gigi Soriani fa suonare «’O surdato ’nnammurato» nell’inedita versione remix. I 50 mila del San Paolo la cantano a squarciagola, mentre i napoletani Insigne, Cannavaro e Grava si mettono in testa al gruppone degli azzurri per l’omaggio al pubblico: lo stadio vibra di emozioni al passaggio del corteo dei calciatori, che seguono il tracciato tribune, curva A, Distinti ed infine la curva B. Mazzarri segue a ruota i tre calciatori campani, saluta e applaude il pubblico, è sorridente ma non mancano momenti in cui si emoziona. Alle sue spalle Cavani: applaude con le mani sopra la sua testa, saltella prontamente al «Chi non salta bianconero è…», poi abbraccia i suoi compagni con cui si diletta in altri cori e balletti. Edi raccoglie con il sorriso le preghiere dei tifosi che gli implorano di restare in azzurro, risponde alle sollecitazioni degli ultrà stringendo forte la maglia e mostrandola al pubblico, come fa quando esulta. Dietro di lui Hamsik e gli altri azzurri: la loro emozione è evidente, la festa è esplosiva e sincera. E, al rientro negli  spogliatoi, anche la torta preparata dal pasticciere Sabatino Sirica, ormai un’istituzione, decorata con lo slogan: «Bentornati in
Champions». La festa finisce, lo stadio ancora erutta emozioni quando i 50mila scorrono via felici e speranzosi di cantare ancora allo stesso Napoli di Cavani e Mazzarri il coro made in Naples «The Champiooons».

FONTE: Il Mattino

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