“Carissimo Matador ti scrivo…”

Incontro imminente tra Cavani e De Laurentiis: prove di rinnovo?Carissimo Matador, ricordo con un sorriso quando tre anni or sono firmasti per il Napoli, perché mai mi sarei aspettato, io per primo, che tre stagioni più tardi saresti stato proprio tu ad entrare di diritto nella storia della mia squadra del cuore, dopo aver segnato 101 gol ed andando a “solleticare” il record di Sua Maestà, Diego il Grande.

Eppure, nonostante tutto, non tutti sembrano capaci di apprezzarti fino in fondo. Il continuo storcere il naso di chi non ti reputava all’altezza di tali imprese, ha attribuito il merito della tua bravura ad altri fattori, ma non a te stesso. Dicevano, caro Matador, dopo il primo anno di Napoli chiuso con oltre 30 reti all’attivo, che il tuo boom sarebbe stato un focherello di paglia e che l’anno successivo avresti fatto la metà della metà delle reti, per non parlare della Champions League, un palcoscenico che forse non meritavi ancora, al cospetto dei più grandi difensori d’Europa, che ti avrebbero nascosto il pallone.
E dire, caro Matador, che parte di questa frangia di detrattori era composta da quei tifosi che ogni domenica popolano ancora oggi gli spalti del San Paolo, proprio quelli che ti applaudono ad ogni rete segnata ma ancora oggi malfidenti sulle tue capacità. Ma non solo loro, caro Matador, hai messo a tacere l’anno successivo, mettendo a referto un’altra stagione da oltre 30 reti, ma anche una parte di quegli “esperti” del settore che avevano  acceso in tuo onore quel fuoco di paglia. Ti sei consacrato finalmente  come attaccante di livello internazionale e non solo italiano. Ma non era difficile, bastava semplicemente guardare un pò più al di là del proprio naso; un’impresa impossibile per alcuni.

Eppure, mio carissimo Matador, non era ancora abbastanza. Due stagioni al top in Italia ed una vetrina internazionale ampiamente  conquistata non rappresentavano il massimo; c’era da sfatare il proverbiale “due senza tre”, la prova ultima  della conferma  del tuo grande talento. Eh si, caro Matador, a Napoli dicevano che senza i tuoi compagni di squadra artefici delle tue “fortune” sotto rete, la porta avversaria non l’avresti mai più vista,nemmeno in fotografia; non bastando dunque una dote di quasi 70 gol in due stagioni. Roba che a Napoli non si vedeva da eoni, adesso diventa addirittura troppo poco. Quale estremismo.

Evidentemente il troppo stroppia per chi era abituato ad idolatrare ed inneggiare giocatorisopravvalutati, paragonati addirittura a Sua Maestà Diego ma tu, carissimo Matador, con il tuo profilo basso ed il tuo modo di agire, hai lasciato che i fatti parlassero per te, riuscendo a migliorarti per la terza stagione consecutiva, quando il semplice “pareggiare” le stagioni precedenti sarebbe stato già abbastanza, e sei arrivato in tripla cifra, un traguardo storico. Eppure, nonostante tutto,  c’è chi ancora non ha soddisfatto il proprio raffinato palato perché, carissimo Matador, a Napoli, da qualche parte c’era scritto che quest’anno si doveva vincere lo Scudetto e se ciò non s’è verificato è stato dovuto anche alla tua astinenza nei momenti “caldi”della stagione.

Eh si, perché non è concepibile per un attaccante come te, che gioca praticamente tutte le partite, anche quelle che avrebbero  potuto anche evitarti, possa patire un appannamento, un minimo di stanchezza fisica e mentale, un periodo di sfortuna o quant’altro. A furia di chiamarti extra-terrestre qualcuno ha dimenticato che tu sei semplicemente “umano”. E’ stato concepibile, al contrario, per una buona parte di tifoseria dal quale il sottoscritto prende le distanze, e  per chi fa del calcio passione e professione, che il tuo momento-no sia stato legato ad alcuni tuoi affari “privati”, che con il rettangolo di gioco avevano niente a che fare, ma che sono stati utilizzati come capri espiatori offendendoti prima come uomo, e poi come calciatore.

A queste cose, carissimo Matador, non ho dato mai peso. Della tua vita privata puoi farci quel che vuoi, perché non è un mio problema e non sono all’altezza per giudicare chicchessia.  Altri l’hanno fatto, non io. Io posso raccontarti della mia sicurezza del fatto che prima o poi saresti tornato a segnare (molto prima che poi), in barba a chi ti criticava perché, secondo il loro rispettabile ma poco rispettoso parere, avevi in testa un’altra maglia o un’altra donna. Ed infatti non hai deluso le mie aspettative. Hai ricominciato a far gol, fino a varcare la soglia dei 100 con la “nostra” maglia. E lo hai fatto nel modo più spettacolare e nel momento più opportuno: segnando una tripletta tra le mura amiche del San Paolo, contro una squadra di rango come l’Inter e blindando la qualificazione in Champions League, ormai ad un passo, così come la classifica dei marcatori, ormai a tuo totale appannaggio. Giusta gratifica personale per chi come te, caro Matador, è pronto a tutto, pur di segnare.

Te ne auguro altri cento, carissimo Matador, con la casacca azzurra e ciò vorrebbe dire l’aver legato indissolubilmente il tuo Destino a quello del Napoli, ma so che sarà un po’ difficile. Sei ormai una stella di primissima grandezza nell’universo calcistico e di conseguenza una potenziale ed immensa risorsa per chi ha ambizioni di primato in questo sport, senza badare a spese. Ma pensaci bene prima di prendere la tua decisione al termine di questa stagione: se dovessi rimanere all’ombra del Vesuvio giocheresti comunque in una squadra che lotterebbe  sicuramente per lo Scudetto e che vorrà impressionare ulteriormente in Champions League.

Dicendoti questo, mi rendo conto al tempo stesso, carissimo Matador, di quanto sia breve la carriera di un calciatore e se pensi, quindi,  che il giocare lontano da Napoli possa essere per te più gratificante sia umanamente, che professionalmente ed economicamente, allora a malincuore accetterò la tua scelta e ti stringerò virtualmente la mano, ringraziandoti per quanto hai fatto ed augurandoti un sincero “Buona Fortuna” per il proseguo della tua brillantissima carriera.

Non sono tanto ipocrita nel tuffarmi nelle solite frasi banali, che sanno solo di minestra riscaldata. Ti ho applaudito e vorrei continuare a farlo, vorrei che tu rimanessi per condividere questo percorso di crescita della “nostra” squadra del cuore, ma so che anche altrove saprebbero apprezzarti allo stesso modo, perchè è il tuo modo di giocare che ti fa volere bene dai tifosi. Pertanto, la scelta ultima spetta a te, carissimo Matador, unico artefice del tuo Destino. Sono altresì sicuro che il tuo cuore e la tua testa abbiano già scelto di quali colori sarà tinto il tuo futuro, ma naturalmente aspetterai il tempo più consono per renderlo noto, giocando nel frattempo con la stessa professionalità e lo stesso impegno che hai profuso finora, qualunque esso sia. Io spero sia la scelta che mi auspico da tempo, al contrario di chi ti già ti vede con una casacca differente, un giorno si e l’altro pure,  da quella azzurra. Se poi dovessi sbagliarmi, prenderò atto della tua decisione, senza che la mia stima ed il rispetto nei tuoi confronti possa ridimensionarsi.  Sappi, caro Matador, che il tifoso, quello vero, non dimentica e tu non lo sarai mai, comunque vada”.

ANTONIO SALVATI

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