W il Giro e la sua solidanza

giro d'italia a NapoliCome che se è bello fare l’ammirazione dei podologhi che hai sempre visitato in tivvì. Ce l’hai a un palmeto di narici e gustoso arriva lo “zaffo” del sudoreggio. Allora capisci che il ciclismo non è uno spot, ma uno sport, e come tutte le sports è faticosità e scontro.

Gli organizzativi hanne scelte Napoli, un bel geste di solidanza. Infatte, informati dei collassi della pece caraccioliana e petrarchesca, hanne ben pensati di mettere fine ai capicolli ( da non intendersi il carneggio suino così gustanza), alle feritoie e agli imbrogli assicurazionali che minacciavane il dimagrimento mortale del finanziesco comunitario. “Veniamo a Napoli” hanno detto; e si sa, i copertoni così flessibili e tecnici del bicio professional, esigono asfalti orrizontali e immuni da vibrisse.

Il giunto comunale ha accettate con esultanza. Pensavane di apparare i fossi con le monetine dorate che giungevano trionfanti al seguito di giornalisti e addetti ai lavori. Non gli asfaltisti, non sia mai, ma gli addetti ai lavori della sportivanza.

Tutte pronte allora, tutte organizzate. E così ti ritrovi a Corsetto Umbertide, già sudate e disidratato, proprio nel mentre della stesura del pecio. 86 gradi erano un eufemismo. Ma fosse state solo queste. Il mie 45 distratte è andate ad azzaffonnarse nel liquame surriscaldate, lascinadomi come testimonial del Giro 4 ustioni e e scarpe cromate di zecca.

Ma l’inventive dei napoletani non ha pareggio. Sublime il modalismo con cui hanno pezzato, stile mucca malata, le buche del circuito. Dall’alte il pavimentazione appare varicellicoso, rammendato da un malate di parkinson cieco. L’impatto visivo è di una squallidanza “bestiale”, in tutti i sensismi. Cìè da dire però che De Magistro aveva l’intenzionalità di trasformare tutte il circus in una galleria d’arte nouevau all’aperto. Non c’è riuscite.

A peggiorare la situation la chiusura delle vene stradali periferiche al corto-circuito. Wiggins, un note cicliste, è rimaste inorridite dal trafficoso partenopeo. Insomme, si voleve fare una cosa buone, si è fatte l’opposte. Saluti dal mio letto e dal mio piede con bendaggio.

Carlo Lettera
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