Stadio San Paolo nuova puntata, parla De Magistris

stadio san paoloNuovo atto della saga “Stadio San Paolo”, il sindaco esce allo scoperto con una intervista nella giornata di ieri (su giornali e Tv) e parla della necessità di trovare un accordo per procedere ad una “seria ristrutturazione” dello stadio, vista l’impossibilità di portare avanti la costruzione di un nuovo impianto.
Ebbene il sindaco De Magistris, che già un mesetto fa aveva annunciato “una proposta importante” al presidente De Laurentiis non scende nei dettagli, anzi non dice proprio nulla, se si tratti di cessione del diritto di superficie, alienazione del bene, o quale altra formula voglia portare avanti, e sembra francamente navigare a vista in questa vicenda, sulla quale (ma non solo) si gioca quel che resta della sua credibilità avendone fatto un cavallo da campagna elettorale. E da osservatore critico nasce spontanea la domanda, ma in questi due anni passati come mai non c’era tutta questa fretta di chiudere?
Il 30 giugno è la dead-line fissata dal sindaco per trovare un accordo con la società, ma una ristrutturazione seria, come richiesto dal sindaco, richiede dovendo per altro continuare a giocare nello stadio 24-36 mesi oltre naturalmente al tempo di preparazione e progettazione dell’intervento, quindi realisticamente i lavori si concluderebbero quasi in coincidenza con le successive elezioni comunali, casualità?
Aspettiamo di vedere dove porteranno queste dichiarazioni del primo cittadino napoletano, dal canto suo la società ha già parlato in maniera abbastanza chiara non molte settimane per mezzo del presidente De Laurentiis, il quale ha spiegato che non ci sono altri interlocutori, e che i soldi per la ristrutturazione dello stadio li può mettere solo la società sportiva, visto che il Comune è in bancarotta, e altri privati non avrebbero un ritorno abbastanza remunerativo a ristrutturare il San Paolo non potendolo poi sfruttare adeguatamente.
Dal canto suo la società ha chiesto regole chiare e possibilità di procedere liberamente, probabilmente realizzando anche interventi di nuova costruzione nello stadio di quegli spazi che mancano completamente (aree ristoro e svago, sky box, spazi commerciali, etc), il modello dovrebbe essere quello utilizzato dai comuni di Torino (per il nuovo Juventus Stadium) e Udine (per la ristrutturazione del Friuli), con la cessione del diritto di superficie per 99 anni a fronte del pagamento di un canone fisso annuale al comune. Un canone che al Comune di Napoli sarebbe davvero necessario per poter lavorare sulle altre strutture sportive della città, quelle che davvero fruiscono i cittadini nel quotidiano, in tutta la città (completamento Parco dello Sport, Polifunzionale di Soccavo, ristrutturazione Palestra e Stadio Collana, etc etc).

Andrea Iovene

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