Napoli – Cagliari, le vecchie ruggini di una sfida al veleno

tifosi_cagliariSe non fosse per l’Unità d’Italia, e per quelle sue discutibili modalità di esecuzione, Cagliari e la Sardegna, forse, resterebbero pure ufficialmente in quella regione “separatista” tutta immaginaria che definisce la penisola il “Continente”.

Ma di quel “Continente” farebbe a meno pure la Partenope indipendente, di fatto poco, ma molto di pensiero. Perché se non fosse stato per l’ennesima Legge, del 1861, che cambiò pure il nome del Regno di Sardegna in Regno d’Italia, il piglio “punk folk”, un po’ aggressivo, della Cagliari contro-partenopea, sventolerebbe ancora più spesso, e da “avversario” europeo, magari in una Champions league del tutto privata, altro che la superlega da tempo caldeggiata dai sogni imprenditoriali di Messere De Laurentiis.

Eppure, quel Cagliari scudato in petto, col doppiofondo rosso e blu, con l’anima di pastore solitario e di dignitario della corte di un re permaloso e suscettibile, è l’avversario al vetriolo del Napoli versione nuovo millennio.

Altro che Juve, Roma o Verona “scomparsa”. Ogni anno Cellino non perde occasione per lanciare il suo guanto di sfida al “Ciuccio”, anche grazie a quei trascorsi Napoli – Cagliari e Cagliari – Napoli al fulmicotone, coi risultati sempre in bilico fino ai minuti di recupero, le rimonte clamorose e i colpi di scena a mo’ di cinema di genere.

Quando il Cagliari vede il Napoli, pare, è come il toro che vede rosso. La memoria a breve termine ricorda di un Napoli – Cagliari, di qualche anno fa, finito 2 a 2, con goal di Conte all’ultimo secondo, lo stesso Conte, figlio d’arte ed esiliato dalla Roma “vaticana” e giallorosa, che l’anno prima aveva punito proprio il Napoli, sempre all’ultimo secondo, nella sfida al Sant’Elia, finita 2 a 1 per i sardi.

Lo stesso Cagliari battuto in Sardegna, due anni dopo il 2 a 2 di Fuorigrotta, perisce della stessa spada grazie al capolavoro all’ultimo respiro del Pocho Lavezzi, che su assist di Cavani, successivo a una punizione mal battuta dai cagliaritani, apre 50 metri di campo e di felicità finale. Uno degli 0 a 1 più cocenti degli ultimi anni di serie A.

Per non parlare del rocambolesco 3 a 3 maturato, sempre al Sant’Elia, nel primo anno dell’era Mazzarri, condito, anche quello, da polemiche prima e dopo la partita. La sommatoria delle sfide tra il Napoli e il Cagliari, che sia alla corte di un regno o presso quella dell’altro, ha sempre il sapore della disfida che ringhia da lontano.

Qualcuno attribuisce questa rivalità a una vecchia rimostranza dei tifosi cagliaritani, che non hanno mai digerito l’episodio, presunto, dello spareggio salvezza del 1997 (i sardi uscirono sconfitti), tra Cagliari e Piacenza, quando una parte della tifoseria napoletana si schierò con i piacentini. Da allora, poco garbo tra napoletani e cagliaritani. Il calcio mal digerisce equivoci e fraintendimenti, specie se equivoci e fraintendimenti non sono. Napoli – Cagliari è sfida piratesca, e di annunciati arrembaggi.

Sebastiano Di Paolo

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