L’editoriale di Luciana Esposito: cugini sugli spalti sempre, ma avversari in campo comunque

editoriale_luciana_espositoMaggio 1982, stadio San Paolo di Napoli, ultima giornata di Campionato: il Napoli, già matematicamente in Uefa, affronta il Genoa che, invece, è dentro fino al collo nella lotta salvezza.

Gli azzurri passano in vantaggio, condannando così i rossoblu alla retrocessione, ma, improvvisamente, dagli spalti si leva un coro: “Genoa, Genoa!”.

Trascinati da quell’inaspettato supporto, i grifoni trovano l’entusiasmo necessario per conquistare il pareggio.

Infatti, il risultato finale: 2-2, salva i rossoblu e, di contro, condanna il Milan alla retrocessione in serie B.

Sono trascorsi 31 anni da quella partita e da allora il San Paolo si avvolge in uno degli abiti che gli conferiscono il maggiore fascino auspicabile quando l’avversario di turno si chiama Genoa.

Gemellaggio sugli spalti, festa di colori azzurri e rossoblu che si fondono in un connubio a base di amicizia e lealtà, irrigato da quei principi di rispetto e sportività che dovrebbero sempre costituire la base dei rapporti tra tifoserie rivali.

Anelito utopistico, tuttavia, considerando il numero esponenziale di episodi di razzismo e violenza che con troppa frequenza ci troviamo costretti a commentare.

Pertanto, stasera, è cosa buona e giusta godersi “il trionfo del tifo“.

In campo, però, non c’è posto per inchini e riverenze.

In palio ci sono 3 punti che valgono oro per entrambe le compagini.

Il Genoa arriva a Napoli, come accadeva 31 anni fa, pericolosamente vicino alla zona retrocessione, animato dall’obiettivo di conquistare punti utili e preziosi per scalare la classifica ed allontanarsi dalla zona calda, ma il Napoli non potrà e non dovrà fare sconti, poiché è d’obbligo per la squadra di Mazzarri, dopo l’eliminazione da Europa League e Coppa Italia, lottare con le unghie e con i denti per mantenersi saldamente ancorata al secondo posto.

Vittoria che diventa ancor più imperativa per gli azzurri, alla luce di quanto accaduto nella partita-aperitivo delle 12.30, grazie allo sgambetto teso dalla Fiorentina di Montella al diavolo rossonero che non è riuscito ad espugnare il Franchi, conquistando solo un pareggio, concedendo, così, un margine di potenziale allungo al Napoli, a patto che, a loro volta, gli azzurri, stasera, battano “i cugini“.

Molteplici, inoltre, sono le sfumature che contribuiscono a conferire ulteriore fascino alla partita: la presenza di “napoletani di lusso” che scenderanno in campo indossando la maglia rossoblu, – basta pensare ad Immobile e Borriello – ma anche “la sfida nella sfida” tra i due slovacchi, Juraj Kucka nel Genoa e Marek Hamsik nel Napoli.

I due, infatti, nonostante siano grandi amici fuori dal campo, nonché compagni di squadra in nazionale, nella quale entrambi sono pilastri inamovibili, stasera saranno chiamati a contendersi il centrocampo.

Anche se i numeri sono dalla parte di Marek, poiché, statistiche alla mano, il Genoa risulta essere uno dei bersagli preferiti dallo “slovacco napoletano”, stasera, per il Napoli, così come per i suoi singoli il comandamento al quale attenersi sarà: “Non abbassare mai la guardia”.

Cugini sugli spalti, sempre, ma avversari in campo, comunque.

Luciana Esposito

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