L’editoriale di Deborah Divertito:”Grazie, signor Panini!”

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Torno a casa da lavoro e il bimbo di  casa mi accoglie con un sorriso super soddisfatto. Quasi diabolico. Guardo sul tavolo e vedo un plico arrivato per posta. Sul plico un rettangolino giallo con una scritta rossa che alle nove di sera dopo una bella giornatina di lavoro che non ha lasciato tempo al pranzo può essere fuorviante. O alquanto invitante. La scritta era:”Panini”. Stava ancora finendo di attaccare le ultime e poi l’avrebbe finito.

Erano arrivate le figurine che servivano per completare l’album per, credo, il trentottesimo anno consecutivo. Dopo cena m’invita a sfogliarlo e a provare l’emozione del compimento del capolavoro. Io, chiaramente, lo sfoglio provando l’emozione della condivisione del compimento del capolavoro. Erano arrivati i trasferimenti e i nuovi arrivi di Gennaio.

Il Siena ha una sfilza di giocatori con il sorriso coperto dalla striscetta “trasferito”. Il Palermo ha incredibilmente lo stesso allenatore in panchina, ma solo dopo aver ballato un valzer che solo il mitico Zamparini puó intonare. E in effetti l’allenatore del Palermo è cambiato ancora, ma la Panini non ha fatto in tempo ad accorgersene. O ci ha rinunciato. E sempre a Palermo tra i nuovi arrivati c’è il nostro caro Totó Aronica, ma non c’è Dossena. La nostra fascia sinistra ringrazia lo stesso.

Arrivata al Milan, sento alzarsi  un “Oooooooo…” Giro pagina e sale ancora “…ooooooolè!!”. Ecco i nostri azzurri. Sono belli. Più belli degli altri. Molto più belli di quelli lì in bianconero che salto, invece, volentieri. Saluto Vargas:”Avresti meritato miglior sorte, guaglio’!” Porto i saluti di Sansone e ancora le mie bestemmie ad Aronica semicoperto dal “trasferito”. Per poi dirgli di stare tranquillo che prima o poi lo perdonerò. Guardo la figurina di Rolando e penso che persino lui in azzurro sembra più bello. Un po’ come lo era “FigliadiFantozziCribari”. E poi ci sono chiaramente  i campioni d’inverno, che purtroppo sono gli stessi della primavera. Il capocannoniere d’inverno, che per fortuna è lo stesso della primavera. La gioventù del Faraone e la saggezza del Pupone.

E poi lei. La vedo. La figurina che non avrei mai voluto vedere. La figurina che potrebbe essere  solo l’ultima di una lunga serie. Una figurina il cui protagonista è un giocatore in rossoblù, ma accerchiato da qualche maglia azzurra che si guarda bene dall’intervenire. Il miglior goal. Quello di Konè contro il Napoli. Un affronto. Lo ricordo bene quel goal.

Chiaramente ero allo stadio. Chiaramente ero allo stadio anche due giorni dopo per un altro goal. Ma quello in particolare non lo dimenticherò. E la rabbia nel vedere quella figurina è dovuta alla consapevolezza che avrebbero potuto mettere anche quello di Carmona, o quello di Dramè. E la rabbia aumenta pensando al fatto che la lista potrebbe ancora essere moooolto lunga. E per fortuna l’album si riferisce solo a quest’anno. Non ricordo, ma può darsi che anche l’anno scorso c’era un goal subìto da noi come miglior goal dell’anno.  Ai giocatori che trovano il goal della domenica contro di noi addirittura ci hanno dedicato una pagina Facebook e la star della pagina è chiaramente Moscardelli. E allora trovo giusto che la Panini abbia seguito la scia e si sia presa gioco di noi, come ormai fanno tutti. O per lo meno tutti quelli che sono alla prima partita in serie A, alla prima partita in Italia, alla prima partita della vita, alla prima partita al San Paolo, alla prima partita ufficiale e così via.

E allora grazie. Grazie, signor Panini. Grazie con tutto il cuore per aver reso anche quest’album indimenticabile. Grazie da parte di tutti noi tifosi del Napoli che portiamo Konè, insieme a tutti gli altri, nel nostro album personale di figurine. Anzi, di figuracce!

 

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