Hamsik-Kucka, sfida tra connazionali. Il genoano: “Marek è un grande calciatore, ma cosa darei per fargli uno scherzetto domenica”

Hamsik-kucka1-455x400Alla faccia della scaramanzia, nella patria dei cornetti. Gioca con il 17 e va matto per la coca-cola, Marek Hamsik. Vabbè, c’è pure quella cresta. “Sempre visto così, a parte quando se li è rasati a zero. Io? Se metto il gel, la alzo. Semplice, non fa per me”.

Occhi limpidi come fondali di Ischia, Juraj Kucka non arriva al 45 di piede del connazionale. “Ci manca poco. Qualche volta ci sentiamo, non spesso”. Sono pacche e sorrisi nei ritiri in nazionale, quando Hipp e Griga, i due tecnici, li chiamano a raccolta. “Giochiamo con il 4-2-3-1. Io nella linea a due, lui in quella davanti. Musica? Boh”. Di Banska Bistrica uno, di Bojnice l’altro. “Novanta chilometri di distanza. Veniamo da famiglie di sportivi, un destino scritto il nostro. A me piace l’hockey, il basket, il football americano, Marek, se non sbaglio, è un patito di tennis. Anche al Chievo, al Pescara giocano calciatori del nostro paese. Il calcio slovacco, non grande per dimensioni, è in salute. Cosa darei per fargli uno scherzetto domenica. Il Napoli è forte, il Genoa ha fame”.

Tipi tranquilli, campo e casa. “Vita familiare e bei momenti con i figli, quando si stacca. La mia compagna mi fa filare, è lei il vero carrarmato”. Juraj e Marek, anno di nascita 1987. Di pochi mesi più giovane il napoletano. “Marek è un grandissimo giocatore, lo sappiamo tutti. Lo perdi un attimo, e te lo ritrovi davanti alla porta”.

Fonte: genoacfc.it

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