Cavani, tra fusi orari, la voglia di “blancos” del papà e quella necessità di un “punto e a capo”

images2013: Odissea nello spazio. E in quei cieli in cui el matadorè in volo, saltellando un attimo da Santiago del Cile a Madrid e dalla Spagna in Italia, le voci che si diffondono sanno d’eco travolgente, un cantico d’una creatura beatificata calcisticamente ai piedi della quale c’è l’Universo intero. Si scrive Cavani e si rilegge un’ode all’ultimo imperatore del gol, un fenomeno paranormale senza macchia e senza paura “smarritosi” – intanto – tra le nuvole e inghiottito per ventuno ore (circa) a diecimila metri da Torino-Napoli, l’epicentro di una esistenza improvvisamente distante e persino tumultuosa, il palcoscenico (quasi) irraggiungibile d’un sabato santo attraversato dalle “streghe”.

DECOLLO – Gli aerei più pazzi del mondo tratteggiano rotte complesse e s’imbattono in accidenti vari e quel cumulo di disavventure che rapiscono Edinson Cavani tra il Sud America e il Bel Paese trasformano la lunghissima vigilia di Torino-Napoli in una veglia collettiva, con atterraggi, decolli e coincidenze puntualmente demolite dal fato in una tre giorni da riderci anche un po’ su, per sdrammatizzare almeno un po’. Palla al centro e però non è per nulla semplice andare a scorgere in quella sfera di cuoio quanto (e se) Sua Maestà il bomber sia stanco: e mentre intorno è chiaramente ansia e stress, e Torino-Napoli smette d’essere un’entità (ancora) astratta, gli ultimi veli di Mazzarri cadono lentamente, prima di rivelare la scelta, assegnare la maglia, ufficializzare quel sì, vai ragazzo, piuttosto che il no, riposa un pochino bomber. E’ un labile, inevitabile, però palpabile dubbio sostenuto dal programma di viaggio sostenuto per lasciarsi alle spalle la Nazionale e riprendersi il Napoli, un tour folle determinato da problemi indipendenti dalla volontà di Cavani e però sufficienti per distrarre, magari appesantire un uomo normale, mica un extraterrestre.
IO CINGUETTO – Il calcio (e mica solo solo quello) del Terzo Millennio non ha più segreti, né muri e né barriere, men che meno frontiere: e l’uomo (dei sogni) che è venuto da lontano, canterebbe Paolo Conte, è chiaramente il dominatore assoluto delle deduzioni e delle riflessioni, delle congetture e delle analisi, il monarca d’un mercato (ancora virtuale) che Cavani senior, papà Luis, lascia vibrare attraverso Marca Tv ( «Sono già state rifiutate molte offerte ma credo che venga ceduto dinnanzi ad una proposta da 60 milioni di euro: saranno trattative complicate, ma al 50% lui va al Real» ) e che Aurelio De Laurentiis contiene attraverso un tweet che è una mozione d’affetto: «Se un giocatore decide di andarsene, non c’è contratto che tenga. Io spero che Edi resti qui a Napoli per sempre, ma ciò dipenderà solo da lui». 
IO & LA CHAMPIONS – La febbre a 90° è però nell’aria, è nel braccio di ferro con il Milan che procede freneticamente, è nel secondo posto che sa di Champions League e dunque di gotha dal quale Mazzarri intende lasciarsi fasciare ancora, di nuovo, è in quel Cavani che governa dall’Alto dei suoi ventinove gol stagionali il destino dei mortali. 2013: (a prescindere) l’anno del matador.
Fonte: Corriere dello Sport

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