Il dopo Lavezzi e la soap Cavani, per un Napoli fiction

editoriale_elio_goka-300x150Ammesso che l’inseguimento alla riflessione migliore riesca a scovare un briciolo di rilevanza, in mezzo ai tira e molla che iniziano in anticipo, con la solfa che è quasi sempre la stessa, si potrebbe dire che a Napoli l’estate è già cominciata. Il campionato è finito e ci si è già tutti tuffati nelle emozioni della campagna acquisti. Peccato che sia marzo, che Pasqua sia giunta a ridosso delle ultime schermaglie invernali e che la stagione debba ancora decretare i suoi verdetti più corposi. Il Napoli, piaccia o meno, c’è dentro fino al collo.

E meno male, se la lotta è per il posto diretto in Champions league. Più male, invece, se la regia firmata De Laurentiis abbia già srotolato la solita sceneggiatura, dentro la bozza di primavera che, come lo scorso anno, annuncia la possibilità che uno dei pezzi pregiati, il più pregiato, andrà via a campionato concluso.

Voci e dichiarazioni lasciano il tempo che trovano, anche perché, molto probabilmente, i giochi sono già fatti. Se Cavani deve andar via, potrebbe già avere promesso la sua firma a qualcuno, così come le entrate e le uscite sono già scritte da qualche parte, maturando nelle more dei mesi che verranno, ricolmi di titolisui giornali e artificiosi colpi di scena. Ma pure questa, per carità, è un’ipotesi, remota perché meno provabile, ma assai presente nel sistema delle percezioni che, ammettiamolo, qualcosa dovranno pur contare.

L’anno scorso, dopo l’eliminazione in Coppa dei Campioni, il Napoli vendeva Lavezzi (o forse l’aveva fatto già prima) e cercava gli stimoli per uscire da una preoccupante depressione. Quest’anno è come l’anno scorso. Società e Cavani sembrano voler recitare a distanza la farsa diplomatica dei vediamo, e al Napoli urge un appiglio che ritrovi un entusiasmo, ammettiamo anche questo, che la piazza aveva smarrito già prima della partita con la Juve e il quasi addio alla lotta scudetto.

Perché ogni anno, di questi tempi, la società parla di stadi da costruire, di calcio da cambiare e di fantomatiche campagne acquisti pronte a rinvigorire la squadra chissà come? Si rassicura una tifoseria che non vuole affatto che si parli di futuro, ma che vorrebbe godersi il presente, del tutto indipendente da una specie di precariato delle emozioni, con la paura che i giocatori migliori lascino la squadra e che non ci sia opportunità di sostituirli con calciatori di valore superiore. A Napoli ogni stagione inizia in primavera, ma solo per cercare le migliori strategie rivolte a rassicurare i propri tifosi.

Va inoltre ricordato che, due campionati fa, il Napoli fu dentro la lotta scudetto molto più di quanto non lo sia stato quest’anno, perché, a poche giornate dalla fine, gli uomini di Mazzarri si trovarono a pari punti col Milan, ma con una partita in più, prima di crollare in un finale dove si badò a portare a casa un glorioso quanto bene accolto terzo posto. In questa stagione non c’è più la Coppa Italia (che l’anno scorso ha salvato capre e cavoli) e l’Europa league ha quasi subito un ammutinamento. Più che affaccendarsi alla ricerca di linee di galleggiamento, forse sarebbe il caso che la società trovasse l’antidoto per la vittoria. A Napoli i tifosi aspettano quello, e da tanto tempo.

A proposito di stadi da costruire, pare che De Laurentiis abbia lanciato la provocazione di desiderare uno stadio nuovo e senza curve, per meglio interpretare il senso “teatrale e spettacolare” della manifestazione calcistica, anche in ottica di un’ipotetica opposizione alle frange violente del tifo. La proposta lascerebbe spazio a molte riflessioni. Una al volo. E i prezzi dei biglietti? Ma adesso non ci riguarda, è nell’inventario dei proclami e delle intenzioni. Non facciamoci prendere anche noi la mano.

 

Sebastiano Di Paolo, alias Elio Goka

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