Incognite azzurre, ecco chi è traballante per il rush finale

de-sanctisPaura e delirio al San Paolo. Rubando il titolo ad uno spassoso film di Deep e Del Toro, potremmo intitolare così una ipotetica lista di azzurri dal “piede tremolante“, cioè quei calciatori che per una serie di motivi inerenti alle ultime vicende, potrebbero rischiare di minare la corsa dei partenopei. Giocatori frastornati, distratti dal vortice delle polemiche, o più semplicemente relegati in panchina in attesa del momento giusto che non arriva mai.

Il primo della lista potrebbe essere Morgan De Sanctis, estremo difensore dal miracolo facile, ultimamente sotto torchio per una serie di incertezze che hanno evidenziato un altro aspetto che ha avuto la sua rilevanza, e cioè la mancanza di un sostituto all’altezza. Già, perché Morgan è sembrato lontano dalla forma che lo ha  contraddistinto in passato, più rivolto a rispondere parte dei contestatori che a dimostrare sul campo il proprio valore, critico contro i critici e troppo sufficiente tra i pali, dove non sarà stato certo il principale indiziato dei gol subiti (esempio il gol di Thereau a Verona e la rete di Denis contro l’Atalanta) ma ci si aspettava di certo una reattività diversa, il che ha messo a nudo una sua presunta regressione sotto l’aspetto della forma fisica.

La nazionale avrebbe dovuto giovargli almeno sotto l’aspetto del morale, così come per Christian Maggio, altro elemento presente nel nostro elenco. Solito timore reverenziale in campo che non gli consente di essere la brillante freccia azzurra che abbiamo conosciuto, una timidezza che a tratti dà su i nervi, in una sorta di “vorrei ma non posso” che molto volte a spinto i sostenitori a preferirgli il più in palla Armero, tesi confermata dalla prova in nazionale del colombiano. Ma anche la prova di Maggio contro il Brasile è stata confortante, ed allora chi scegliere? semplice, chi si presenterà alla ripresa con una integrità fisica all’altezza per affrontare la trasferta in terra piemontese.

Altro tassello traballante è Gokan Inler, spodestato dal ruolo di “roccia” azzurra a discapito del compagno di nazionale Dzemaili, Gokan ha dimostrato amnesie pericolosissime a centrocampo, con la perdita consequenziale di brillantezza e verve agonistica, che lo hanno improvvisamente trasformato in una “larva della mediana“, lento, abulico e col timore di sbagliare, incomprensibile per un giocatore della sua caratura. E non è la prima volta, queste ricadute hanno il sapore di una depressione tecnica che ha radici forti nello spessore caratteriale dello svizzero, messo a dura prova nell’esigente ambiente napoletano.

Ne saprà uscire l’ex Udinese? i supporters se lo augurano, così come si augurano di vedere finalmente uno dei beniamini più amati del momento, Lorenzo Insigne, divenire decisivo per le sorti delle gare azzurre. Gli ultimi match lo hanno messo in ombra, nel gioco del dentro e fuori con Pandev da cui ne è uscito penalizzato, e per un giocatore come Insigne non sentire la fiducia del tecnico è risultato quanto mai determinante, non avendo la possibilità di dimostrare nella giusta misura quanto la squadra abbia bisogno del suo estro e della sua bravura, a discapito del macedone, che continua però ad essere il partner ideale di Cavani.

Quattro incognite da rinvigorire, insomma, quattro elementi fondamentali per non abbandonarsi allo tsunami rossonero in arrivo alle spalle, per cercare di non naufragare, arrivando in porto sulla scialuppa di salvataggio che Mazzarri sta costruendo con cura in questi giorni, lavorando soprattutto su di loro, che hanno nelle mani i remi per spingere il Napoli ad avere la meglio nello sprint finale.

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