Calaiò, l’arciere dimenticato, espressione di una mancanza di progettualità

C_3_Media_1631227_immagine_obigA Gennaio la luce azzurra lo aveva abbagliato, ora rischia di rimanerne accecato. Ecco, in sintesi, la delusione più cocente per Emanuele Calaiò, l’arciere di ritorno a difesa del fortino. Ma per il momento, le sue frecce sono riposte nella sacca sulle spalle, e l’arco è mestamente a riposo sotto il braccio del palermitano, tre mesi fa entusiasta della scelta di ritornare, oggi forse imbronciato e deluso per le mancate occasioni che il tecnico non gli consente di avere. Sarebbe dovuto essere l’alter ego di Cavani, ma il timore è che lo sarebbe stato solamente se l’Europa League fosse ancora in corso, dimenticando di studiare un “piano B” che avrebbe perlomeno consentito a Manu di esprimersi in parte.

Panchina, solo panchina, eternamente panchina. E dire “per ora è così” non basta, perché non riusciamo a vedere nel prossimo futuro grosse occasioni per Calaiò di mettersi in luce e cercare un briciolo di gloria che lo fece beniamino negli anni della Serie C e B, quando i napoletani lo investirono della carica di “Robin Hood” napoletano, abile esecutore delle manovre azzurre, cecchino pragmatico e spietato quanto bastava per consentire il doppio salto alla squadra. Oggi è tristemente in tuta e giubbotto a soffrire in panchina e a sperare che qualcuno abbia bisogno di rifiatare, in un attacco troppo affollato per una sola competizione. Anche se qualcuno, nelle ultime ore, lo dà come probabile titolare contro il Torino; sarà vero?

Solite lamentele, qualcuno dirà, così come dirà che ci saremmo lamentati se a quest’ora non fosse arrivato nessuno e ci fossimo qualificati in Europa ed il turn over sarebbe stato fondamentale anche per uno che vuole esserci sempre come Cavani. No, signori, non è una lamentela, la nostra, è solo un modo per evidenziare un aspetto che è spesso venuto fuori negli ultimi tempi quando si è andati in fondo ad una scelta di mercato, ad un modus operandi che non ci era chiaro; esiste davvero un programma ben chiaro e definito per questa squadra, oppure si vive alla giornata anche quando si tratta di programmare nel medio- lungo termine? esistono i presupposti per dire che la società non è ancora in grado di mettere in pubblico quali siano i progetti almeno per la prossima stagione?

Ecco, questo è il nostro obiettivo, scrutare chiarezza laddove mosse di mercato, diremo alquanto azzardate come quella di Calaiò, mettono in risalto una preoccupante mancanza di programmazione, che in una società ambiziosa come quella di De Laurentiis, sarebbe quanto meno necessaria per non venire risucchiati dal vortice di un calcio che sa essere spietato ed ingeneroso. 

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