Il pescatore di sventure

britosNAPOLI
Tante considerazioni si possono fare sul profilo tecnico e tattico di Miguel Angel Britos, senza mai trovare, forse, quell’oggettivo punto d’incontro capace di avallare o condannare l’operazione di mercato del Napoli, risalente ormai ad un paio di anni fa. Una simile discordanza, probabilmente, può essere spiegata soltanto con un unico, inconfutabile fattore legato all’assurda continuità di infortuni che minano senza pietà le prestazioni del metro e novanta uruguaiano. E pensare che quando fu acquistato dal club partenopeo, Miguel giurò di essere arrivato nella piazza ideale per il definitivo salto di qualità. Purtroppo, però, il difensore dimenticò ingenuamente il beffardo atterraggio che, di lì a poco, avrebbe seguito questa comprensibile aspirazione, dando vita a un desolante calvario pronto a ripresentarsi nei momenti meno opportuni.

Dalla fatal Barcellona al fortuito impatto con Inler, durante la sfida scudetto contro la Juventus, Britos non ha vissuto un attimo di tregua. Perennemente costretto a ripartire, ad inserirsi negli schemi collaudati, a vivere il momento del gruppo per sintonizzarsi e non compromettere la portata degli obiettivi. Poche parole, misurate come si deve, e un’immensa concretezza, finché il fisico ha retto nel tentativo di sfuggire all’ennesimo colpo basso dell’imponderabilità. A conti fatti, quindi, il suo mancino dei desideri, Mazzarri, non l’ha mai avuto al 100%; e nell’economia di una stagione ricca di impegni, che pretende la massima intercambiabilità degli interpreti in campo, diventa un handicap terribilmente determinante.

Stavolta, la sventura ha deciso di manifestarsi nella fase più critica del cammino azzurro, coinvolgendo spiritualmente anche l’altro uruguaiano, quello adibito al perforamento delle retroguardie avversarie. Ma se per quest’ultimo l’occasione del riscatto è dietro l’angolo, per il laconico pescatore, invece, c’è ancora da aspettare. Pochi giorni, certo, ma il mare florido delle opportunità rischia di allontanarsi, evitando di comprendere le ambizioni di chi spera ancora in un balzo eccellente.

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