Dieci partite alla fine, parola d’ordine: “Ripartire”!

Maggio e CavaniC’è chi ha dato la colpa a Mazzarri per la sconfitta di Verona e chi ha ingoiato il rospo senza accusare nessuno; chi non accetta il digiuno del Matador che dura da tanto, tantissimo tempo e quasi non ha più fiducia e chi, invece, sta lì a soffrire in silenzio, con la speranza di un riscatto, perchè in cuor suo lo sa che il bomber tornerà a segnare. C’è chi a Inler gliene ha dette di tutti i colori in queste ultime partite e chi, se avesse potuto, addirittura gliene avrebbe date di santa ragione perchè non ha giocato dando il meglio di sè; anzi, ne è venuto fuori il peggio.

E la lista continua. Maggio che parte bene, poi il suo periodo di difficolà e quando sembra iniziare a riprendesi, fatalità: con l’infortunio alla mano le sue prestazioni continuano a lasciare a desiderare. Pandev, anche lui delude. Sicuramente fa parte dei titolarissimi, ma attualmente è in ombra. Così non va bene! Non si può più rischiare.

Si dice che chi ben inizia è già a metà dell’opera: ma per il Napoli vale lo stesso? Perchè a inizio stagione gli azzurri sono partiti in quarta, se non in quinta e tutto d’un tratto, a metà della corsa, la salita si è fatta più ripida, con ostacoli qua e là che potevano anche essere evitati diversamente, ma che in ogni caso hanno condizionato il percorso della squadra che ha dovuto scalare di una marcia o anche di due. Facendo un paio di calcoli, nelle prime sette giornate di campionato gli azzurri realizzarono ben 14 centri, con il Matador che da solo firmò sette importanti reti. Nelle ultime sette giornate invece l’andamento dei ragazzi sembra arretrare, sei reti in totale: una di Cavani, la sua ultima di gennaio al Tardini di Parma, due di Hamsik (un gol al Tardini e uno contro il Catania); poi si sono susseguiti ben quattro pareggi, con le uniche due reti di Inler al San Paolo contro i bianconeri e di Campagnaro, salvando nei minuti finali la squadra all’Olimpico di Roma contro i biancocelesti; senza tralasciare i pari che più stanno stretti, Udinese-Napoli (0-0) e Napoli-Sampdoria (0-0). E infine la disfatta di Verona, con due gol subiti. Cosa c’è che non va? Di chi è la colpa?

Non si può incolpare uno solo, gli errori ci sono stati e tanti. Ma guardare al passato, rammaricarsi per ciò che poteva essere e che invece non è stato non porta a nulla. Lascia solo un pò di amarezza, ma niente è perduto. Il secondo posto è ancora là e in queste dieci ultime partite rimaste va difeso e consolidato. Le carte in regola ci sono tutte, vanno solo giocate nel modo giusto: osare senza esitare, per continuare a regalare emozioni e sorrisi.

MARIA REA

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