Mazzarri ha scelto i “titolarissimi”

MazzarriQuando il gioco si fa duro, bisogna lasciare che i duri riescano a giocare, senza freni e senz’alcuna inibizione, togliendosi la «maschera» e pure la paura, recuperando se stesso e dunque la coesione che fa squadra, che fa Napoli.

Mazzarri ha eletto il 3-4-1-2 come garanzia ideale, per esperienza e capacità. Poi può capitare di tutto, magari succede che Campagnaro avverta un affaticamento muscolare e debba per un attimo fermarsi, rinviando a domani qualsiasi definitiva decisione, però in testa c’è quel Napoli lì, con De Sanctis tra i pali, l’argentino sul centro-destra, Cannavaro nel mezzo e quel Britos che pare recuperato ma chissà; Maggio a destra e Zuniga a sinistra, Inler-Behrami nella zona nevralgica a rompere e a costruire; Hamsik tra le linee; e poi Pandev e Cavani davanti.

Per il momento, è teoria allo stato puro: serviranno il conforto del medico (tanto su Campagnaro, quanto su Britos), ovviamente bisognerà aspettare l’ok dei diretti interessati, infine poi amalgamare, come in passato. Gli interrogativi li determinano le condizioni di salute: quelle del difensore argentino, con i muscoli imballati ma reattivo, quelle dell’uruguaiano, che s’è operato dieci giorni fa alla mandibola e deve solo rimuovere umanissime diffidenze.  La scelta, però, per grandi linee è fatta e, a meno di conversioni improbabili, il Napoli che andrà all’assalto d’una vittoria che domenica mancherà da quarantatré giorni, è quello standard, costruito a Dimaro per stupire, per riuscire a dare continuità ai propri risultati, per allungare la striscia entusiasmante di affermazioni. Per restituire ai titolarissimi quello che hanno compromesso nell’ultimo periodo buio: la convinzione nei propri mezzi.
 
Fonte: Corriere dello Sport

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